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Riciclavano attraverso 'Compro oro', padre e figlio arrestati nel napoletano

11 settembre 2014 | 15.55
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Agli arresti domiciliari i due amministratori di un gruppo societario, attivo nel commercio di preziosi. Oltre all'ordinanza, i finanzieri della compagnia di Ottaviano hanno eseguito anche un provvedimento di sequestro preventivo per quasi cinque milioni di euro

Riciclavano attraverso 'Compro oro', padre e figlio arrestati nel napoletano

Riciclavano notevoli quantità di oro usato di provenienza illecita attraverso la loro attività di 'Compro oro' a conduzione familiare. E' quanto emerso da un'indagine della Procura di Nola (Napoli), culminata con l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di due persone, padre e figlio, amministratori di un gruppo societario, operante tra la provincia napoletana e quella casertana e attivo nel commercio di preziosi. I finanzieri della compagnia di Ottaviano, oltre all'ordinanza, hanno eseguito anche un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente dell'importo di quasi cinque milioni di euro. Padre e figlio sono titolari di tre esercizi commerciali di gioielleria siti a Terzigno e a Marcianise, a conduzione prettamente familiare, nei quali esercitano l'attività di 'Compro oro'.

Secondo gli investigatori i due hanno strumentalizzato l'attività commerciale per 'ripulire' ingenti quantità di oro di provenienza furtiva, alterando la quantità dell'oro lecitamente acquisito: alcune vendite operate da finanzieri in incognito, avvenute presso gli esercizi commerciali gestiti dagli indagati, hanno dimostrato come, a fronte di cessioni di poche decine di grammi di oro usato, i titolari delle società annotassero su registri acquisti per quantità che sfioravano il chilogrammo, in modo da giustificare l'introito di preziosi acquisiti illegalmente da altre fonti. La stessa 'tecnica' veniva usata per acquisti da parte di fornitori leciti, registrati in misura maggiore di quella reale. L'indagine ha permesso di quantificare l'oro oggetto di riciclaggio dal 2009 a oggi in oltre due quintali, per un valore di quasi cinque milioni di euro. Sono stati sequestrati quindi cinque appartamenti a Terzigno e Poggiomarino, l'immobile nel quale è ubicato il centro orafo gestito dagli indagati presso 'Il Tarì' di Marcianise, nonché conti correnti e depositi, quote societarie, autovetture e ingenti quantità di preziosi e monili d'oro.

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