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Ricusazioni Palamara e Ferri, disciplinare Csm si riserva

28 luglio 2020 | 20.43
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Il collegio della sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, dopo le udienze in camera di consiglio partecipata che si sono svolte oggi per esaminare le istanze di ricusazione presentate da Luca Palamara e Cosimo Ferri, si riserva la decisione, che dovrebbe essere assunta nei prossimi giorni. Palamara e Ferri sono sotto processo, insieme con 5 ex togati del Csm, per la vicenda, emersa dalle intercettazioni dell’inchiesta della procura di Perugia, dell’incontro in un albergo romano, il 9 maggio 2019, alla presenza anche dell’ex ministro Luca Lotti, per discutere di nomine ai vertici delle principali procure italiane, in testa quella di Roma.

Palamara ha ricusato il consigliere togato Piercamillo Davigo dal collegio che dovrà giudicarlo. Davigo è stato infatti chiamato, in una lista di 133 nomi, come testimone nel processo e quindi si troverebbe nella condizione di essere insieme teste e giudice. Cosimo Ferri ha invece presentato due diverse istanze di ricusazione: la prima riguarda tutti i componenti del Csm in carica al 9 maggio 2019, la data dell’incontro all’hotel Champagne di Roma, perché sono stati tutti citati come testimoni da Ferri in relazione a uno dei capi di incolpazione a suo carico: quella di avere interferito sull’attività del Csm in relazione alle nomine, e, base alla formulazione del incolpazione, si configurerebbero come parti lese. L’altra riguarda la togata di area Elisabetta Chinaglia, eletta a dicembre scorso alle suppletive, per alcune dichiarazioni rilasciate in occasione di un dibattito per la presentazione della sua candidatura pubblicato su Radio Radicale.

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