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Ambiente: rifiuti, agroalimentare, specie protette, linee guida anti illegalità

13 luglio 2016 | 09.59
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Ambiente: rifiuti, agroalimentare, specie protette, linee guida anti illegalità

Più coordinamento a livello europeo, con sistemi comuni di controllo, monitoraggio e tracciabilità e misure repressive e di indagine: la lotta alla criminalità nei settori dei rifiuti, dell'agroalimentare e delle specie protette deve essere targata Ue. E' quanto emerge dalle linee guida presentate da Corpo forestale dello Stato, Legambiente e Agenzia delle dogane e dei monopoli al termine di due anni di lavoro sulle tre filiere nell'ambito del progetto Civic (Common Intervention on Vulnerability in Chains).

Il progetto, finanziato dalla direzione generale Home Affairs della Commissione Ue, ha avuto come obiettivo quello di individuare le vulnerabilità alle proiezioni criminali nei tre settori e proporre soluzioni concrete. Ed è sulla base di questo lavoro che sono state redatte le linee guida. Nella filiera dei rifiuti, in particolare plastica e Raee (i rifiuti da apparecchi elettrici ed elettronici), è emersa l’esigenza di estendere tra i Paesi membri Ue il delitto di traffico organizzato di rifiuti, l’incentivo alla raccolta differenziata e alla differenziazione all’origine dei rifiuti (urbani e speciali); il miglioramento della tracciabilità, anche facendo ricorso ai più innovativi strumenti tecnologici e di investigazione.

E ancora: l’adozione di misure fiscali ed economiche per incentivare il recupero di materia, valorizzando al massimo il Green public procurement; la disposizione di controlli più stringenti e coordinati sui flussi transfrontalieri, definendo modelli di analisi dei rischi e standard di controllo uniformi presso ciascun Paese membro.

Nell’agroalimentare (in cui sono stati analizzati olio extravergine d’oliva e parmigiano reggiano), si segnalano: l’estensione a livello europeo del sistema di tracciabilità informatico esistente per l’olio di oliva in Italia (la banca dati informatica Cruscotto olio); l’implementazione e l’ufficializzazione a livello europeo dell’utilizzo di marcatori biochimici per la determinazione dell’origine dei prodotti agroalimentari, in particolare di olio e latte; l’adozione di strumenti innovativi di tracciabilità analitica, come la mappatura isotopica e del Dna.

Per le filiere relative alle specie protette, nello specifico pellame di rettile e legno, vengono ripresi gli accordi tra Paesi esportatori e Unione europea per il rafforzamento della trasparenza nella Pubblica Amministrazione; la previsione e il rafforzamento di misure interdittive internazionali, comunitarie e nazionali a carico delle persone fisiche e dei soggetti giuridici protagonisti di illeciti; l’invito alla Commissione europea a realizzare una banca dati unica per facilitare accesso e condivisione d'informazioni utili.

Obiettivo del progetto è stato anche quello di elaborare tre protocolli di intesa che impegnano i firmatari (enti, associazioni e in genere operatori del settore) a collaborare con maggiore sinergia per risolvere le vulnerabilità delle filiere.

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