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Rifiuti, discarica di Cupinoro: tre indagati

09 aprile 2014 | 16.21
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Rifiuti, discarica di Cupinoro: tre indagati

La discarica di Cupinoro che si trova nel distretto di Bracciano è finita sotto inchiesta della Procura della Repubblica di Civitavecchia. L'indagine, che ha già determinato l'iscrizione di 3 persone nel registro degli indagati è diretta personalmente dal procuratore Gianfranco Amendola e in particolare riguarda le irregolarità delle licenze per l'attuazione dei lavori di ampliamento e di ripristino della discarica ormai esaurita in previsione di futuri conferimenti di rifiuti.

Per quanto riguarda gli indagati sono stati iscritti nell'apposito registro il legale rappresentante della società 'Bracciano Ambiente spa', gestore della discarica e il direttore dei lavori. L'accusa ipotizzata è quella di avere eseguito senza la prescritta autorizzazione paesaggistica i lavori di sbancamento del terreno ed il deposito del materiale di escavazione nell'area denominata ex cava Vaira che è di proprietà dell'Università agraria di Bracciano.

Ai due indagati si contesta anche d'aver fatto i lavori di ripristino utilizzando una licenza urbanistica rilasciata dal comune di Bracciano nel 2013, licenza pero' rilasciata senza prima avere accertato che la zona era sottoposta a vincolo paesaggistico.

Un altro addebito contestato ai due indagati è quello di aver accettato e scaricato nel deposito rifiuti senza che fossero prima stati trattati secondo quanto dispone il ministero dell'Ambiente. Quest'ultimo nell'agosto del 2013 aveva comunicato che a cominciare dal 31 ottobre 2013 tale conferimento di rifiuti non era piu' consentito in quanto il deposito di Cupinoro poteva ricevere soltanto rifiuti già trattati e stabilizzati.

Nel registro degli indagati è stato anche iscritto per abuso d'ufficio un funzionario del comune di Bracciano responsabile per lo sportello unico per l'edilizia urbanistica. Gli si contesta di aver concesso al gestore della discarica e al direttore dei lavori il permesso per i lavori stessi senza che fosse stata loro rilasciata l'autorizzazione paesaggistica. Nell'ambito dell'indagine il procuratore Amendola ha disposto anche l'acquisizione di documenti presso il comune di Bracciano. Tra l'altro si vuole stabilire chi fu per primo a rilasciare i permessi per i lavori senza tenere conto del valore archeologico-paesaggistico della zona.

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