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Rifiuti: don Patriciello a Renzi, 'torna nella Terra dei fuochi'

08 luglio 2014 | 12.44
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"Caro Renzi, mesi fa, ancora non eri il capo del governo, venisti ad Aversa per incontrare il mio vescovo Angelo Spinillo e alcuni sacerdoti della Diocesi. Tema dell'incontro: la ormai famigerata Terra dei fuochi. Ci lasciammo con la promessa, da parte tua, di vederci ancora. Ecco, credo che quel momento sia venuto". Inizia così la lettera aperta a Matteo Renzi di don Maurizio Patriciello, parroco della Parrocchia di San Paolo Apostolo a Caivano (Napoli) e divenuto uno dei simboli della lotta allo sversamento e ai roghi illegali di rifiuti tossici nella 'Terra dei fuochi', tra le province di Napoli e Caserta.

"Tra i tuoi gravosi impegni - scrive don Patriciello a Renzi - devi trovare un momento per ritornare nella 'Terra dei fuochi. Te lo chiedo a nome di milioni di persone maltrattate, esasperate, ingannate. Anche questa notte, infatti, non hanno dormito. Le loro case erano invase da fumi, fetori, veleni di ogni tipo. Anch'io sono rimasto sveglio e con in corpo una rabbia immensa. Il mio pensiero andava agli anziani, agli ammalati, ai tantissimi poveri che non hanno nemmeno un condizionatore e, quindi, non possono chiudersi in casa. Il mio cuore stava all' ospedale 'Pascale' dove non c'è più posto nemmeno per ricoverare i nostri ammalati. Non c'è una famiglia, caro Presidente, che non piange un morto di cancro. Non c'è una casa, a cominciare dalla mia, dove non c'è qualcuno che lotta sperando di vincere il terribile male".

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