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Napoli, blitz contro il traffico illecito dei rifiuti

25 maggio 2016 | 10.35
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Napoli, blitz contro il traffico illecito dei rifiuti

Blitz contro il traffico illecito dei rifiuti. I militari del comando carabinieri per la Tutela dell’Ambiente e della polizia metropolitana di Napoli, in collaborazione con i militari del comando provinciale dei carabinieri di Napoli, stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della procura distrettuale della Repubblica della Direzione distrettuale antimafia.

Dall'indagine è emersa l’esistenza nel territorio di Giugliano in Campania, di Quarto e di altre aree limitrofe di "un consolidato sistema, a cui hanno aderito a vario titolo imprenditori e professionisti, dedito alla commissione di una pluralità di reati di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti attraverso la predisposizione di falsi documenti di trasporto e falsi certificati di analisi", fano sapere i carabinieri. Secondo le indagini, è stato così consentito "lo smaltimento illecito nella cava San Severino e nella cava Neos di Giugliano in Campania di oltre 250mila tonnellate di rifiuti, così da garantire un ingiusto profitto di alcuni milioni di euro derivante dal non sopportare i costi dovuti per lo smaltimento dei rifiuti presso i siti autorizzati". Trentanove, complessivamente, gli indagati mentre sono stati disposti gli arresti domiciliari per 15 persone.

Le indagini sono partite dalle verifiche effettuale dal Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Caserta in seguito ad un esposto anonimo nel quale veniva denunciata un’attività di raccolta, stoccaggio e commercio di inerti da demolizione.

Le indagini svolte congiuntamente dai militari del Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente e dal personale della Polizia Metropolitana ha così permesso di stabilire come presso una cava, "autorizzata ad effettuare operazioni di ricomposizione ambientale", in realtà "venissero smaltiti i rifiuti provenienti da demolizioni di edifici della città e provincia di Napoli, senza essere sottoposti a processi di separazione, vagliatura e macinazione mediante apposito impianto, peraltro in una zona a rischio idraulico, così come individuata dall'Autorità del Bacino Nord Occidentale della Campania". Lo stesso traffico di rifiuti, secondo quanto riferiscono i carabinieri, "è stato ricostruito presso una seconda cava", sempre nel comune di Giugliano in Campania.

In questo caso, dalle indagini è emerso "come gli indagati miscelassero i rifiuti provenienti dalle demolizioni con la pozzolana prodotta nella cava, rivendendone il miscuglio" a un'industria produttrice di laterizi e cemento. "I controlli hanno infatti stabilito come i mattoni, destinati all’edilizia civile, presentassero una particolare fragilità", osservano i carabinieri, circostanza peraltro emersa "anche da alcune conversazioni telefoniche".

Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri del Noe, i traffici illeciti hanno "riguardato anche i lavori di ripulitura dell’alveo di via Cirillo del Comune di Quarto in cui gli indagati hanno smaltito illecitamente i rifiuti speciali non pericolosi sia mediante abbancamento sulle stesse sponde del canale e nei terreni circostanti, con successiva copertura con terreno vegetale, che, in seguito alle piogge, è franato, sia mediante riposizionamento ed occultamento dei rifiuti nella medesima vasca di laminazione dell’alveo ovvero nel luogo da cui erano stati rimossi, con conseguente ostruzione del flusso delle acque".

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