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Comunicato stampa

Riforma della legge 23: la Lombardia rilancia la sanità territoriale con un Piano che vale 5 volte il Piano Marshall

26 luglio 2021 | 10.15
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Riforma della legge 23: la Lombardia rilancia la sanità territoriale con un Piano che vale 5 volte il Piano Marshall

“Una bozza di riforma, su cui c’è ancora da lavorare”

Milano, 26 luglio 2021- Il 22 luglio la Vicepresidente Moratti e il Presidente Fontana hanno presentato i primi passi della revisione della nuova riforma sanitaria in Regione Lombardia.

Quali sono i punti focali e su cosa bisogna invece ancora lavorare, per migliorare la legge 23? Questi i punti di discussione affrontati durante il webinar “ LA NUOVA RIFORMA SANITARIA LOMBARDA ” organizzata da Motore Sanità , che ha visto la partecipazione dei membri della Commissione Sanità della Regione Lombardia. Questa occasione ha voluto essere un ponte di Incontro tra i cittadini e le istituzioni per raccogliere i suggerimenti dei cittadini sulla riforma in questione.

”Intanto siamo la prima regione d’Italia a integrare i fondi del Recovery. Quindi questo Piano, che vale 5 volte quello che fu il Piano Marshall, rappresenta la possibilità di rilanciare la sanità territoriale lombarda e italiana”, ha spiegato in prima battuta Emanuele Monti, Presidente III Commissione - Sanità e politiche sociali, durante il webinar “LA NUOVA RIFORMA SANITARIA LOMBARDA” organizzata da Motore Sanità. “Tre le parole chiave: ascolto - in questi mesi abbiamo affrontato un percorso di ascolto con oltre 150 audizioni di stakeholder istituzionali di Regione Lombardia, integrando proposte e suggerimenti all’interno di un progetto di legge; rapidità - la legge ha un cronoprogramma che dà tempi e modalità di attuazione delle cose scritte nella legge; finanziamento - vengono inseriti oltre 2,5 miliardi di euro di finanziamenti con fondi nazionali e regionali. Inoltre puntiamo molto sul rapporto stretto tra la ricerca e le aziende, che è fondamentale e daremo a tutti, in modo partecipativo, la possibilità di portare proposte e osservazioni per migliorare la legge, in un’ottima di pragmatismo. Collaborando insieme faremo il meglio per i cittadini lombardi”.

“La Lombardia è la prima regione in Italia a introdurre una legge sanitaria che incardina un concetto importante, che è quello del “one health”, che formula una promozione e una tutela della salute a 360 gradi”, incalza Simona Tironi, Vicepresidente III Commissione - Sanità e politiche sociali. E ancora: “Uno dei punti focali è l’innovazione organizzativa e gestionale, in relazione a quella che sarà l’evoluzione dei bisogni dei cittadini, andando a potenziare anche i temi della medicina generale, della multidisciplinarietà e l’interdisciplinarietà - discussi durante il tavolo di confronto con le Associazioni in III Commissione - implementando l’offerta di prossimità. A proposito delle Associazioni, questo è un riordino che tiene ben in considerazione sia questo mondo, sia quello del volontariato e del terzo settore, nell’ottica di un confronto preventivo e non a posteriori. Tanto è vero che uno degli articoli che è stato inserito e puntualizzato prevede l’istituzione di un forum permanente con le Associazioni di volontariato e quelle ospedaliere, per esempio su temi importanti quali gli standard qualitativi dei dispositivi dei presidi medici”.

Critico su alcuni punti invece Carlo Borghetti, Vicepresidente Consiglio Regionale, Componente III Commissione - Sanità e politiche sociali: “Sottolineo che questa è una bozza di riforma, perché sono convinto che ci sia ancora da lavorare sulla presentazione del testo presentato il 22 luglio. Mi spiego: noi sappiamo che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), quindi il Recovery Plan italiano che utilizzerà i fondi europei, ha dato una serie di indicazioni a questo Paese e il Governo Draghi le ha date alle Regioni anche in rispetto alla sanità e al sociale con le Missioni 5 e 6 del PNRR. Sappiamo che lo stesso Governo Draghi ha dato delle indicazioni a Regione Lombardia ancora lo scorso dicembre, rispetto a importanti modifiche che vanno fatte rispetto all’attuale legge 23 del 2015 e quello che noi constatiamo è che, quanto presentato dall’Assessore Moratti, si limita al recepimento del PNRR e di quelle indicazioni arrivate a Draghi il dicembre scorso. Secondo noi, invece, questa dovrebbe essere l’opportunità per mettere mano più in profondità a quella legge 23 del 2015 là dove non ha funzionato”.

Tra le parti mancanti la presa in carico delle cronicità”, ha commentato Marco Fumagalli, Componente III Commissione - Sanità e politiche sociali. “Si tratta di capire come la si vuole gestire nei prossimi anni: con la Casa di comunità? Con la telemedicina? Ebbene, dare magari un maggiore indirizzo, cercare di avere qualche idea in più. È vero che noi potremo integrare in Consiglio, però quello che è mancato adesso è coraggio e creatività. Mi auguro ci sia la possibilità di rimediare”.

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