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Riforma rito abbreviato, ok del Senato

02 aprile 2019 | 20.47
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Approvato, in via definitiva, al Senato il ddl di riforma del rito abbreviato. I voti favorevoli sono stati 168, 48 contrari e 43 astensioni. Il provvedimento era stato licenziato dalla Commissione Giustizia martedì 5 marzo, con il conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente sul testo come trasmesso dalla Camera dei deputati. La riforma prevede l'esclusione dal 'rito abbreviato' di chi abbia commesso reati molto gravi punibili con l'ergastolo.

"Grande soddisfazione'' da parte dei sottosegretari all'Interno, Nicola Molteni, e alla Giustizia, Jacopo Morrone, e dal presidente della commissione Giustizia al Senato, Andrea Ostellari, per l'approvazione della riforma. ''Un testo - sottolineano- che risponde al diritto di giustizia e alla certezza della pena. Se l'opzione del giudizio abbreviato trova motivazione in via generale nel risparmio di tempi e risorse impiegati per il processo, la stessa ratio non risulta accettabile per reati molto gravi che il codice penale punisce severamente e che creano un grave allarme nell'opinione pubblica". "Non possiamo, infatti, sottovalutare quanto sconcerto provochi l'applicazione di pene notevolmente ridotte, grazie al rito abbreviato, rispetto alle pene a vita, inizialmente prevista dal codice penale. Respingiamo, quindi, ogni accusa di populismo giudiziario, che risulta fuori luogo e strumentale".

"Si tratta al contrario - sottolineano Molteni, Morrone e Ostellari - di una risposta a tutti quei cittadini che chiedono giustizia. Noi siamo garantisti fino in fondo, ma chi commette un reato di particolare efferatezza o che crea pericolo alla collettività o al Paese non può godere di sconti di pena. Si tratta, dunque, di una norma di buonsenso che portiamo avanti con determinatezza e grande consapevolezza. Non toglie diritti e non smantella garanzie, come ha detto qualcuno sempre pronto a difendere chi commette reati".

"Noi, al contrario, stiamo dalla parte delle vittime e delle loro famiglie, delle persone perbene, delle Forze dell'Ordine che rischiano la vita quotidianamente per garantire la sicurezza di tutti, siamo dalla parte dello Stato. Ovviamente la norma non lede alcun diritto costituzionalmente garantito, ma garantisce la comunità sul fatto che lo Stato e le Istituzioni hanno strumenti per difenderla e tutelarla''.

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