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Riforme, ddl 'sommerso' da 500mila emendamenti

07 agosto 2015 | 17.29
LETTURA: 4 minuti

Cresce fronte per Senato elettivo

Maria Elena Boschi (Infophoto) - INFOPHOTO
Maria Elena Boschi (Infophoto) - INFOPHOTO

Riforma costituzionale 'sommersa' da oltre mezzo milione di emendamenti. E' il numero monstre di proposte di modifica al ddl sul Bicameralismo e il Titolo V della Costituzione, depositate in commissione Affari costituzionali al Senato, il cui termine per la presentazione è scaduto oggi alle 13. Complessivamente il numero degli emendamenti presentati è di 513.449.

Qualcosa di molto più ampio ed esteso delle rinomate 'lenzuolate' bersaniane che Calderoli ha fatto copiare su 12 cd che poi ha consegnato alla segreteria della Affari Costituzionali. Per la precisione gli emendamenti leghisti sono 510.293 ed è un numero così elevato che demolisce il record precedente (detenuto sempre da Calderoli), che si era fermato a quota 47.200.

Per non sbagliare il Senato ha pubblicato una tabella nella quale sono riepilogati tutte le proposte di modifica depositate dai gruppi. Dopo la Lega i più attivi sono stati Forza Italia, 1.075 e Sel, 1.043. Poi la componente "Fare" del gruppo Misto con 259; Gal, 215; M5S, 194. Conservatori Riformisti, 124. Il Pd ne ha depositati 'solo' 63.

Cresce intanto il fronte per il Senato elettivo. Commentando le ultime dichiarazioni di Enrico Buemi del Psi, il quale ha sottolineato come l'elettività del Senato sia un tema sentito non solo dalla minoranza dem, il senatore del Pd Vannino Chiti afferma: "Sul pieno superamento del bicameralismo paritario, che non mortifichi però la sovranità dei cittadini e il ruolo di garanzia e rappresentanza dei territori del futuro Senato, vari gruppi parlamentari concordano''.

Secondo Chiti "è una questione non riducibile ai luoghi comuni di certa politica e di certa stampa su una lotta interna al Pd. 28 senatori Pd e 12 senatori del gruppo delle Autonomie, che fanno parte della maggioranza che sostiene il governo, Sel e M5S, Lega e Forza Italia si ritrovano su questa impostazione".

La vice segretario del Pd Debora Serracchiani sottolinea: "Siamo impegnati sul cammino delle riforme, sono talmente importanti per il Paese che possiamo discuterne con altre forze politiche lo faremo, non è un Patto del Nazareno ma senso di responsabilità di fronte al Paese".

Ottimismo da Matteo Renzi che in uno dei passaggi della sua replica alla Direzione Pd ha detto: in questi mesi "la maggioranza non è mai mancata e, devo dire, mai mancherà, vedendo i numeri".

"Non sottovaluto le questioni politiche che stanno alla base del fatto che alcuni di noi non hanno votato la fiducia su singole iniziative di riforma: è il segno di resistenze profonde", ha aggiunto.

Occorre "completare - ha sottolineato - il percorso delle riforme e investire sullo Stato inteso come donne e uomini, anche non necessariamente funzionari pubblici, che assumono l'interesse pubblico del bene comune come elemento costitutivo della loro missione".

"Dobbiamo continuare -ha aggiunto il premier- il lavoro che stiamo facendo come partito al servizio del Paese, far capire che si tiene insieme un disegno organico, con la legge elettorale, il superamento del bicameralismo, l'investimento nella semplificazione, con una serie di iniziative di natura economica, dall'Irap agli 80 euro. Ma se non c'è un percorso di ricostruzione del senso dello Stato e delle istituzioni, che non appartengono a qualcuno ma sono un valore condiviso, l'Italia riparte economicamente ma non si consolida istituzionalmente. So che questo tema non appassiona ma per me è centrale per il Paese", ha concluso Renzi.

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