Il percorso di riforme avviato da Renzi "è all'interno dei vincoli della Costituzione, sfido chiunque a dimostrare il contrario. La legittimità non può essere messa in dubbio". Così all'AdnKronos Gianfranco Fini, ex presidente della Camera, commenta le recenti polemiche nate dalle parole di Laura Boldrini, che dopo il via libera al Jobs act, aveva sottolineato come da parte del governo Renzi 'sarebbe stato opportuno tenere nel dovuto conto i pareri negativi delle Commissioni', parlando poi, con riferimento al premier, di 'un uomo solo al comando'.
"Da solo non si fa nulla -spiega Fini -, finché Renzi ha una maggioranza che lo sostiene non vedo problemi particolari, non esiste un provvedimento che non venga approvato dal Parlamento. Ci può essere l'auspicio che ci siano maggioranze più ampie, ma questo è un altro discorso, che nulla c'entra con la legittimità". In ogni caso, Boldrini "ha espresso un giudizio politico che non dovrebbe essere messo in campo dalla terza carica dello Stato, una cosa che va al di là del suo ruolo".
Per Fini, relativamente al parere delle Commissioni, le parole della Boldrini non possono però essere considerate una forzatura: "Ha interpretato il ruolo che ha, facendo bene a ricordare che si poteva prestare più attenzione ai pareri delle commissioni. Il bon ton avrebbe previsto che il governo ascoltasse, o meglio, riascoltasse le commissioni".
"Anche perché, parlando di decreti attuativi, il governo non avrebbe avuto in ogni caso problemi a portarli a casa, perché non ci sarebbe stato il vaglio del Parlamento", spiega il fondatore di An.
Altro discorso invece va fatto per il giudizio sull''uomo solo al comando', perché in questo caso "la Bodrini ha espresso un giudizio politico che non dovrebbe essere messo in campo dalla terza carica dello Stato, una cosa che va al di là del suo ruolo. Un giudizio, inoltre, che non ho capito bene basato su cosa, anche perché il ricorso ai decreti legge non mi pare sia di uso esclusivo del governo attuale. Non vedo la sussistenza di questo presunto timore 'dell'uomo solo al comando'", conclude Fini.
