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Riforme, Leone (Cpgt): "Sì presidenzialismo coinvolgendo opposizioni, no principio sovranità"

05 ottobre 2022 | 14.35
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Il presidente del Consiglio di presidenza della Giustizia tributaria: "Correttivi a riforma giustizia saranno necessari. Ammodernare significa processi rapidi con decisioni prevedibili"

Antonio Leone, presidente Cpgt
Antonio Leone, presidente Cpgt

(di Roberta Lanzara) - "La Costituzione italiana, dalla sua entrata in vigore, è stata modificata decine di volte ed in alcune parti è sicuramente ancora necessario un ammodernamento. Tuttavia oggi più che sull'inserimento di un principio di sovranità in Costituzione, io mi concentrerei sul tema del presidenzialismo, ovviamente con il coinvolgimento delle opposizioni". Antonio Leone, presidente del Consiglio di presidenza di giustizia tributaria (Cpgt), risponde all'Adnkronos sull'opportunità di dibattito ed utilità di alcune riforme costituzionali rimarcando che "affermare un principio di sovranità ci creerebbe subito una frizione con l'Europa, cosa che in questo momento non mi sembra utile al Paese".

"L’Ungheria - prosegue Leone - si è vista sospendere i finanziamenti del Pnrr e anche se noi siamo in una situazione ben diversa, soprattutto quanto all’indipendenza dei giudici, non solleverei questioni di bandiera o ideologiche sulla sovranità, anche perché la Costituzione e i Trattati sono già in perfetto equilibrio grazie alle sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia Ue - ricorda - In ogni caso, a differenza della Polonia e dell’Ungheria, da noi l’indipendenza e l’autonomia dei giudici non corre alcun rischio".

"La giustizia ha problemi diversi in campo civile e in campo penale. Per entrambi ammodernare significa rendere i processi rapidi con decisioni prevedibili e non lasciate al caso. In Italia, purtroppo, non c’è né l’uno e né l’altro", dice Leone all'Adnkronos. "Ricordo che il nostro Paese è nella 'top five' degli Stati del Consiglio d’Europa condannati dalla Cedu per l’eccessiva durata dei processi. E non è un bel risultato. Nel penale ci sono problemi ulteriori si pensi al rapporto politica-giustizia, alla presunzione di non colpevolezza o di innocenza, alla custodia cautelare o alla disciplina delle intercettazioni".

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera ai decreti legislativi sulle riforme del processo civile e penale e sull'ufficio per il processo. E adesso? Sono necessari integrazioni e/o correttivi? Quali sono gli obiettivi e interventi su cui dovrebbe concentrarsi il prossimo governo? "Il governo, e per la verità anche la politica, aveva una occasione irripetibile per fare riforme veramente incisive - risponde il presidente del Cpgt - Penso ad esempio a quella del Csm, negli ultimi anni travolto dagli scandali dovuti all’ormai famoso Palamara-gate. Il Parlamento uscente però ha votato una riforma che invece di diminuire il potere delle correnti lo ha aumentato a dismisura. Su 20 posti destinati alle toghe al Csm, 19 sono andati a magistrati espressioni di gruppi associativi".

Peraltro - prosegue - come è avvenuto per la riforma della giustizia tributaria si è realizzata una sorta di ‘monocameralismo' perché i tempi non hanno consentito un dibattito adeguato in un caso al Senato nell’altro alla Camera. Alcuni correttivi si renderanno sicuramente necessari nel penale penso al tema della prescrizione e nel civile al destino dei tanti addetti dell’ufficio del processo".

Per quanto riguarda alcuni punti contenuti nell'accordo quadro di programma sottoscritto dalla coalizione di centro destra, "la separazione delle carriere è una storica battaglia. Il nostro codice di procedura penale di tipo accusatorio prevede la parità delle parti davanti al giudice. La separazione delle funzioni si è quasi definitivamente realizzata visto che con la riforma Cartabia è consentito un solo passaggio dalla funzione requirente a quella giudicante o viceversa. Resta da sistemare - evidenzia all'Adnkronos il numero uno della giustizia tributaria, già vice presidente vicario della Camera dei deputati e membro del Csm - la questione ordinamentale, perché i pubblici ministeri siedono ancora nel Csm insieme ai giudici mentre si potrebbe ipotizzare una separazione anche degli organi di autogoverno".

Secondo Leone, "comunque si deve reintrodurre la norma sulla prescrizione quale norma di civiltà. Il processo è già una pena come diceva Cesare Beccaria. Non è pensabile che un cittadino rimanga anni in attesa di una sentenza. Solo i grillini potevano concepire l’idea del 'fine processo mai’ con lo stop della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Per le porte girevoli credo si debba riflettere sugli incarichi che la politica dà ai magistrati. Anche la disciplina delle intercettazioni deve essere riformata con divieto dell’utilizzo 'a strascico'".

Infine la giustizia tributaria: sarà 2.0 con il programma Prodigit di Mef e Cpgt rendendo più trasparente il contenzioso, consentendo ai contribuenti di conoscere il probabile esito di un determinato tipo di causa nella fase di merito attraverso un algoritmo di intelligenza artificiale. "Si tratta di una riforma epocale e di grande aiuto per tutti gli operatori del settore - conclude il presidente di Cpgt - Speriamo solo che la burocrazia e la lentezza dei ministeri non creino problemi impedendo che il progetto venga portato a termine nei tempi previsti".

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