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Riforme, M5S: ''Ddl Chiti buona proposta. Pronti a sostenerlo con miglioramenti''

22 aprile 2014 | 16.15
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Riforme, M5S: ''Ddl Chiti buona proposta. Pronti a sostenerlo con miglioramenti''

Roma, 22 apr. (Adnkronos/Ign) - "Sulle riforme costituzionali il Movimento 5 Stelle giudica il ddl Chiti una buona proposta. Con una serie di miglioramenti in tema di democrazia diretta e partecipata siamo pronti a sostenerlo". Lo annuncia il capogruppo M5S al Senato, Maurizio Buccarella.

"In particolar modo - puntualizza il grillino - appoggiamo il dimezzamento dei deputati e dei senatori e il taglio delle indennità dei parlamentari (già attuato dal M5S) facendo salvo il bicameralismo e gli equilibri costituzionali con Camera e Senato totalmente elettivi, inserendo come da noi proposto elementi di democrazia partecipata e diretta: referendum propositivi senza quorum e l'istituto del 'recall', cioè la possibilità da parte di tutti gli elettori di un dato collegio di sostituire un parlamentare in corso di legislatura come avviene in California e tanti altri Stati Usa. Proposte sulle quali chiediamo a tutti di aprire una discussione propositiva. Più potere ai cittadini e meno ai partiti e leader di partito", conclude Buccarella.

In un'intervista a 'La Repubblica', il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi è tornata ad auspicare il ritiro del ddl Chiti a Palazzo Madama. "Avevo 15 anni quando l'Ulivo mise, nelle sue tesi, l'idea di un Senato non elettivo, sul modello tedesco. Nessuno gridò allo scandalo - dice Boschi - Da ministro delle Riforme, Chiti confessò in Parlamento di preferire l'ipotesi di un Senato eletto ma indicò come alternativa la soluzione tedesca. Non vedo come possa appellarsi a un caso di coscienza. Se non aveva dubbi allora, non può averli oggi".

La replica di Chiti non si è fatta attendere. ''Niente di nuovo sotto il sole: ringrazio il ministro Boschi di darmi atto di una coerenza di impostazione e quindi di non piegare le convinzioni sui cambiamenti alla Costituzione alle contingenze politiche del momento'' afferma Chiti. ''Ritengo - aggiunge - che nella situazione italiana, nel 2014 - che non è il 1996 - con la crisi di fiducia tra cittadini e istituzioni e il desiderio, a cui dare una risposta, di partecipazione diretta, la soluzione preferibile per la riforma del Parlamento sia una forte riduzione del numero dei deputati e dei senatori e un Senato eletto a suffragio universale".

"E' così in altri Paesi che hanno superato - come noi dobbiamo urgentemente fare - il bicameralismo paritario, basti prendere l'esempio della Spagna. In ogni caso - prosegue - confermo che se in Italia, come in Germania, si andasse verso un federalismo solidale, la soluzione rigorosa del Bundesrat, e cioè presenza dei soli governi regionali con voto unitario, sarebbe per me assolutamente accettabile. E' evidente a tutti che la riforma del Senato proposta dal governo non ha niente a che vedere con il Bundesrat. Naturalmente dovrebbe essere sul modello tedesco anche la legge elettorale per la Camera dei deputati".

"La Costituzione - sottolinea il senatore - va vista nel suo insieme: esige equilibri tra le istituzioni e tra i poteri. Non si può avere per la Camera una legge ipermaggioritaria, come è l'Italicum, ricentralizzare molte competenze, come è nella proposta del governo del nuovo Titolo V, e indebolire le funzioni di garanzia oltre che di rappresentanza dei territori del Senato. Se le modifiche della Costituzione non hanno un raccordo unitario - conclude Chiti - non si realizza un aggiornamento coerente ma si rischia di impoverire la nostra democrazia''.

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