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Riforme, Padoan: "Capacissimi di farle da soli. E abbiamo abbastanza tempo"

07 settembre 2014 | 10.58
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Il ministro dell'Economia da Cernobbio a chi gli chiede se serva una regia europea per le riforme. E sottolinea: "Ci sono sintomi e segnali di ripresa". Sulla riforma del lavoro: "Ha un ruolo centrale". E replica anche al governatore di Bankitalia Visco. A D'Alema: "Risultati? Si vedranno presto"

(Foto Infophoto) - INFOPHOTO
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Ne ha "abbastanza". Così il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, risponde a Cernobbio a chi gli chiede se l'Italia, come affermato dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco in un'intervista, abbia davvero poco tempo per fare le riforme.

Riforme che "siamo capacissimi" di fare da soli, ha detto ancora Padoan rispondendo, durante una pausa dei lavori del workshop Ambrosetti, a chi gli chiedeva se serva una regia europea per le riforme perché l'Italia non è in grado di farle da sola.

"Il nodo cruciale è la capacità di crescere, che a sua volta dipende dalle riforme che si fanno", aveva affermato Visco in un'intervista a 'La Repubblica' aggiungendo: "Abbiamo poco tempo per far percepire con chiarezza e accettare il disegno complessivo. E secondo me dev'esserci una chiarezza anche di analisi, e dev'esserci continuità nell'azione. Poi, il tempo per mettere in pratica alcuni degli elementi del disegno complessivo potrà essere anche più lungo".

Le riforme "hanno benefici nel medio termine, ma nell'immediato hanno un effetto sulla fiducia importante", ha poi sottolineato il ministro dell'Economia a Cernobbio risolvendo così il dilemma davanti al quale si trova un governo che voglia attuare delle riforme, le quali danno benefici a lungo termine, ma sul breve rendono impopolare chi se ne fa promotore, cosa che non costituisce un buon viatico per le elezioni. "Bisogna ridare fiducia alle famiglie e alle imprese - continua Padoan - se la spesa non aumenta, non è perché le risorse mancano, ma perché si preferisce non usarle, in attesa di qualche cosa. E' vero - aggiunge - che c'è un problema di priorità, ma è anche vero che le riforme strutturali si sostengono a vicenda: alcune riforme servono alle altre riforme per lavorare meglio".

E dopo aver affermato che "fa ben sperare che in un contesto depresso come quello attuale ci sono sintomi e segnali di ripresa", il ministro ha aggiunto: "Molti pensano che gli anni dal 2007 al 2017 saranno un decennio perduto" per l'Italia. "Io sono convinto che non sarà così e certamente questo è il mio impegno".

Riguardo poi al patto per la crescita di cui il ministro è tornato a parlare oggi in un intervento pubblicato dal quotidiano 'La Stampa', Padoan ha detto che noi "faremo la nostra parte in Europa e l'Europa farà la sua".

LAVORO - Durante il workshop Ambrosetti, Visco ha sottolineato: "Concordo sul fatto che la riforma del lavoro ha un ruolo centrale". "Il problema - ha aggiunto - è rimodulare il modo in cui l'occupazione viene creata". La riforma del lavoro è importante anche "perché ha un effetto segnaletico importante all'interno e all'esterno del Paese". Due giorni fa Peter Praet, membro del comitato esecutivo della Bce, ha ribadito che la riforma del lavoro è tra quelle in assoluto più importanti, sottolineando che Pier Carlo Padoan conosce bene quali sono le priorità.

PRIVATIZZAZIONI E CONTI PUBBLICI - Il governo resta "fortemente impegnato" a privatizzare pezzi del patrimonio pubblico. "Spesso - ha detto - si leggono cose fantasiose sulla possibilità di abbattere il debito rapidamente, facilmente e per importi cospicui" attraverso la cessione di pezzi del patrimonio pubblico. "Quello che posso dire - ha continuato il ministro - è che il governo rimane fortemente impegnato in una politica di privatizzazione che tenga conto sia del beneficio per l'abbattimento del debito, sia dell'impatto positivo sulla gestione delle partecipate di una maggiore apertura del capitale".

SPENDING REVIEW - "Per il comparto delle municipalizzate sono allo studio misure che aumentino gli incentivi all'accorpamento, alla dismissione e alla quotazione" in Borsa, "in un quadro generale di razionalizzazione e sfoltimento".

LEGGE STABILITA' - La Legge di stabilità "è parte fondamentale di una strategia di crescita basata su riforme strutturali, su misure di sostegno agli investimenti e alla competitività, da realizzare all'interno di una prospettiva di consolidamento del bilancio e di riqualificazione e di riallocazione della spesa e di conferma delle misure economiche già prese, come il bonus Irpef, i benefici fiscali alle imprese e il rimborso dei debiti della Pubblica amministrazione". Per Padoan "la Legge di stabilità va vista come uno dei primi passi di una strategia di mille giorni che porti il Paese su un sentiero di crescita più forte e più ricco di occupazione. E' anche un contributo essenziale per la ripresa della crescita in Europa".

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