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Riforme, sì in commissione al testo. Da lunedì in Aula. Boschi: impegno rispettato

10 luglio 2014 | 14.13
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Soddisfatto il ministro: "Il provvedimento è stato migliorato, vedremo i punti che restano aperti al confronto". Approvato un emendamento, firmato da Finocchiaro, relativo alla composizione e alla modalità di elezione del Senato: 95 membri eletti dai consigli regionali con metodo proporzionale più 5 nominati dal presidente della Repubblica

Il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi (Foto da Flickr - Palazzo Chigi)
Il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi (Foto da Flickr - Palazzo Chigi)

Dopo una giornata di polemiche e tensioni, la commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato il testo della riforma costituzionale, votando il mandato a riferire in aula ai relatori Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli. L'aula di palazzo Madama è convocata con questo punto all'ordine del giorno per lunedì prossimo alle 11.

"Abbiamo rispettato l'impegno per l'approvazione del testo in Commissione nella giornata di oggi, un testo che è stato migliorato", ha detto il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi lasciando il Senato al termine della seduta della Commissione Affari costituzionali che ha licenziato il ddl per l'Aula.

"In aula vedremo eventualmente i punti da migliorare e che restano aperti al confronto. Però quello che esce dalla commissione è sicuramente un buon testo", ha aggiunto il ministro Boschi, che è tornata a ringraziare la commissione "per aver rispettato l'impegno a far uscire oggi il testo" per l'aula.

La Commissione ha approvato un emendamento, firmato dal relatore Anna Finocchiaro e non anche da Roberto Calderoli che si riserva di presentarne uno proprio in Aula, che modifica l'articolo 57 della Costituzione relativo alla composizione e alla modalità di elezione del Senato. Viene quindi confermata la composizione di Palazzo Madama con 95 senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali più 5 senatori nominati dal presidente della Repubblica.

I Consigli regionali "eleggono con metodo proporzionale - si legge nell'emendamento - i senatori fra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, fra i sindaci dei comuni dei rispettivi territori". E' saltata, quindi, la norma secondo cui era necessario tenere conto della composizione di ciascun Consiglio regionale.

In base all'emendamento approvato la ripartizione dei seggi fra le Regioni si effettua in proporzione alla loro popolazione e la durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali nei quali sono stati eletti.

Sarà una legge approvata da entrambe le Camere a regolare le modalità di attribuzione dei seggi e di elezione dei membri del Senato nonché quelle per la loro sostituzione in caso di cessazione dalla carica elettiva regionale o locale. Inoltre viene precisato che i seggi sono attribuiti in ragione dei voti espressi e della composizione di ciascun Consiglio.

Anna Finocchiaro, relatore della riforma del Senato e del Titolo V, ha dichiarato: "Non credo che ci saranno sorprese in aula, la maggioranza su questa riforma costituzionale è molto larga, certo ci saranno posizioni diverse, M5S e Sel continueranno a ribadire le loro posizioni ma la maggioranza è molto ampia".

Finocchiaro ha sottolineato che "c'è stata una lunga discussione e il testo finale ha tenuto conto delle suggestioni del dibattito, delle opinioni dei colleghi e dei tecnici: abbiamo fatto un gran lavoro con l'impegno che era dovuto a un tema che meritava tutta la nostra attenzione e ora si va in aula".

Il via libera al testo è arrivato dopo una giornata convulsa. La 'fronda' di Forza Italia a palazzo Madama contro il ddl Boschi ha chiesto con un documento ad hoc il rinvio dell'incardinamento del testo di riforma in Aula.

Alla luce del documento i senatori di Fi si sono riuniti a Palazzo Madama per un chiarimento. Denis Verdini, secondo quanto riferito da alcuni parlamentari azzurri presenti, avrebbe detto ai 'frondisti' che è giusto il confronto ma vanno rispettati gli accordi sulle riforme presi da Silvio Berlusconi e Matteo Renzi all'ultimo incontro a Palazzo Chigi.

Paolo Romani, capogruppo azzurro al Senato, assicura che la fronda interna sul ddl Boschi si è ridotta: "La riunione del gruppo al Senato è andata bene. I 22 colleghi, 17 di Fi e 5 di Gal avevano solo chiesto di aspettare qualche giorno per portare in Aula le riforme. Questi giorni ci sono stati e martedì prossimo all'assemblea dei parlamentari con Berlusconi molti di loro hanno detto che si atterranno alle indicazioni di partiti".

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