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Rimborsopoli Piemonte, Cassazione assolve Molinari

18 novembre 2019 | 21.17
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Lo ha deciso la VI sezione penale nell’ambito del processo in cui sono coinvolti ex consiglieri regionali in carica nel corso della legislatura 2010-2014

(FOTOGRAMMA)
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Annullamento senza rinvio, perché il fatto non costituisce reato, per il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, che era stato condannato a 11 mesi in Appello e assolto in primo grado. Lo ha deciso la VI sezione penale della Cassazione nell’ambito del processo sulla cosiddetta ‘Rimborsopoli,’ in cui sono coinvolti ex consiglieri regionali del Piemonte, in carica nel corso della legislatura 2010-2014.

La Suprema Corte ha poi disposto l’annullamento con rinvio della sentenza di Appello per l'ex presidente della Regione Roberto Cota (un anno e sette mesi in Appello e assolto in primo grado), per il parlamentare della Lega Paolo Tiramani (un anno e 5 mesi in Appello e assolto in primo grado) e per la parlamentare di Fdi Augusta Montaruli (per la quale i giudici di secondo grado avevano rivisto la pena, dai 4 mesi in primo grado a un anno e 7 mesi in Appello). I tre dovranno quindi fare un nuovo processo in Appello.

Agli imputati nel processo Rimborsopoli l'accusa contesta un uso non corretto dei fondi destinati al funzionamento dei gruppi consiliari in Piemonte nel corso della legislatura 2010-2014. In primo grado erano stati condannati 15 dei 25 imputati. Sentenza poi ribaltata in Appello, il 24 luglio 2018, quando erano arrivate condanne anche per gli assolti.

L'ipotesi di reato di peculato era stata contestata a tutti gli imputati tranne che a due persone a cui invece era stata contestata la truffa aggravata ai danni dello Stato. Ventiquattro i ricorsi arrivati in Cassazione: i giudici della Suprema Corte hanno sostanzialmente confermato l'impianto accusatorio delle condanne di Appello rinviando una ventina di posizioni per rideterminare la pena principale o quella accessoria.

Il processo sul quale si è espressa la Cassazione riguardava l'uso, secondo l'accusa, non corretto dei fondi destinati al funzionamento dei gruppi consiliari nel corso della legislatura 2010-2014 quando alla guida della Regione Piemonte c'era Roberto Cota, esponente della Lega, sostenuto da una maggioranza di centrodestra.

La sentenza di appello pronunciata il 24 luglio 2018 aveva condannato tutti gli imputati, anche quelli assolti in primo grado. La Corte d'Appello aveva infatti accolto le richieste della procura generale che aveva chiesto 23 condanne per altrettanti ex consiglieri regionali (due avevano patteggiato). Per tutti l'accusa era di peculato. In primo grado, nel 2016, le assoluzioni erano state 15 su 25. Tra gli imputati l'ex presidente Cota che, assolto in primo grado, era stato condannato a un anno e sette mesi e tre parlamentari, due della Lega, Riccardo Molinari condannato a 11 mesi e Paolo Tiramanni a un anno e 5 mesi, entrambi assolti in primo grado, e uno di Fdi, Augusta Montaruli condannata a un anno e sette mesi (in primo grado era stata condannata a 4 mesi).

Secondo l'accusa, a vario titolo, i fondi destinati ai gruppi regionali sarebbero stati destinati per pagare cene, pranzi, trasferte, spese di rappresentanza, alberghi, abbigliamento, giocattoli, bigiotteria, profumi e persino un tosaerba.

"La Corte è riuscita comprendere bene la maggior carenza che aveva la sentenza di Appello e cioè che, riconoscendo che Molinari aveva tenuto un comportamento sempre rigoroso e tale da consentire effettivi risparmi alla Regione, non aveva alcun senso logico né alcun riscontro probatorio l'ipotesi che avesse voluto farsi rimborsare qualche centinaio di euro in maniera non corretta, così come peraltro aveva espressamente riconosciuto il Tribunale di Torino in primo grado" ha detto all'Adnkronos l'avvocato Luca Gastini, difensore di Molinari.

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