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Rio 2016, Ferrari in lacrime: "Quarto posto fa male come a Londra"

16 agosto 2016 | 21.20
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Vanessa Ferrari  (Afp)
Vanessa Ferrari (Afp)

"L'esercizio è andato bene, ho fatto tutto quello che dovevo fare. Ma è andata così. Peggio qui o a Londra? Uguale, è sempre una medaglia olimpica. A Londra me l'hanno nettamente rubata, qui potevano darmela come non darmela. E' la stessa cosa". Vanessa Ferrari commenta così, con gli occhi ancora lucidi per il pianto, il quarto posto nella prova di corpo libero alle Olimpiadi di Rio. L'azzurra chiude ai piedi del podio come ai Giochi di quattro anni fa. La ginnasta bresciana, che non ha mai vinto una medaglia alle Olimpiadi, ha riportato un punteggio di 14.766. La medaglia d'oro è andata alla statunitense Simone Biles con 15.966, che ha conquistato il quarto oro a Rio. Alle spalle della Biles la connazionale e campionessa uscente Alexandra Raisman (15.500) e la britannica Amy Tinkler (14.933). Sesto posto per l'altra azzurra Erika Fasana con 14.533.

"Dove penso di avere perso la medaglia? Non lo so, forse non sono stata precisa nell'ultima diagonale. Recriminazioni sulla giuria? No, non ho niente da dire. Potevo farlo meglio l'esercizio, ma lo avevo fatto bene e ci ho sperato fino all'ultimo perché ci poteva stare la medaglia. Il futuro? Ci sto pensando, non ho ancora deciso. Prima torno a casa, un po' di ore di lavoro prima di pensare a cosa fare", spiega la Ferrari. "Sembro più serena? Non sono più serena -risponde-. Due olimpiadi, due quarti posti al limite...".

A livello personale, la Ferrari spiega di non avere nulla da rimproverarsi: "So i sacrifici che ho fatto e gli infortuni che ho avuto, senza quelli avrei potuto fare molto di più. Io ho dato sempre il massimo in tutto quello che ho fatto e non ho niente da recriminare. A Pechino, a Londra e qui a Rio, ai Mondiali di Glasgow dove non stavo in piedi e ho qualificato la squadra: ho fatto tutto e adesso sto così, perché è una grande delusione qui come a Londra. Ma nello sport c'è chi vince e c'è chi perde, per me è andata così di nuovo". "Il problema al tendine? Oggi non l'ho sentito particolarmente durante la gara perché ero imbottita di antidolorifici -spiega-, ma durante la preparazione è stato difficile preparare il corpo libero perché non saltavo tutti i giorni. Gestire il lavoro in queste tre settimane qui sul duro è stato difficile, ma ce l'avevo fatta a entrare in finale". "Ma più di così -ripete- non potevo fare. L'unica cosa di cui sono felice è che non ho l'antidoping come a Londra, perché vorrebbe dire perdere un'altra serata. Almeno -conclude- sono quarta senza antidoping".

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