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Riparte 'Servizio Pubblico', Santoro agli spettatori: "Troppi talk? Fate voi la selezione"

24 settembre 2014 | 16.21
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Giovedì al via la nuova edizione in prima serata su La7. Il conduttore alla vigilia dell'esordio: "Fate sparire le imitazioni senza identità, reagite alla nausea". E sottolinea: "Non condivido la scelta di riempire all'inverosimile la programmazione di trasmissioni d'approfondimento". Poi annuncia: "L'anno prossimo cominceremo insieme un nuovo viaggio"

Michele Santoro (Infophoto) - INFOPHOTO
Michele Santoro (Infophoto) - INFOPHOTO

"Troppi Talk? Decidete voi! Spetta a voi fare la selezione, cambiare canale, far sparire le imitazioni senza identità. Vi chiedo di seguirci attivamente, di criticarci severamente, di reagire alla nausea". Così Michele Santoro si rivolge al suo pubblico, via Facebook, alla vigilia dell'esordio della nuova edizione di 'Servizio Pubblico', giovedì in prima serata su La7, in una stagione affollata di talk come mai.

"Non condivido - scrive fra l'altro Santoro - la scelta di riempire all'inverosimile la programmazione di trasmissioni d'approfondimento, i cosiddetti talk, che con il venir meno nella società di grandi contrasti, e con la scomparsa dei partiti, hanno creato nel pubblico una specie di nausea e un vero e proprio rigetto".

"L'overdose dei cosiddetti talk non mette soltanto a nudo la stanchezza di un genere. Anche con i reality il pubblico aveva subito una vera e propria aggressione, ma quando ha cominciato a stancarsi, sono stati subito sostituiti da altri programmi. Ma mentre i reality costavano, cosa ci può essere di meno costoso e di più facile da realizzare di un talk? Un altro talk. Così assistiamo all'incredibile paradosso di un calo della domanda del pubblico a cui corrisponde un'incredibile moltiplicazione dell'offerta", sottolinea Santoro.

"Solo due stagioni fa - ricorda Santoro - il tramonto di un'era politica ha moltiplicato la domanda di informazione. Lo sanno bene i giornali di carta stampata, che parlano tanto della crisi dei talk, forse per dimenticare quella delle loro vendite. Ma questo e l'uso spregiudicato di internet che fanno certe forze organizzate stanno creando un pericoloso senso comune. Quando Berlusconi emanava il suo editto bulgaro, quando usava tutto il suo potere per mettere a tacere Annozero, voi (e per voi intendo anche tanti che in quegli anni votavano Forza Italia) vi siete battuti contro la censura e ci avete dato la forza per sopravvivere a qualsiasi attacco".

"Oggi - aggiunge il giornalista - non esistono per fortuna pericoli di quel tipo. Ma quando Grillo celebra la morte dei talk o quando Renzi sostiene che queste trasmissioni costruiscono un'immagine negativa dell'Italia siete portati a considerare innocue queste affermazioni e a dar loro ragione. Invece sbagliate. Prima di tutto perché ai politici dovrebbe essere proibito di fare qualunque affermazione che limiti la libertà di pensiero e di informazione".

"Senza trasmissioni come la nostra - sottolinea Santoro - il racconto della crisi della Prima Repubblica e di tangentopoli non sarebbe stato lo stesso, non si sarebbe parlato di mafia, del referendum sul maggioritario, delle guerre, dei sequestri, dell'inquinamento, di Berlusconi, della Trattativa, della Lega, di Grillo e degli esiti tragici dell'austerity di Monti".

E ancora: "La lunga avventura politica e culturale che ha assorbito la mia vita e quella di tanti miei collaboratori non sarebbe esistita senza di voi, senza il pubblico. Quest'anno ho preso in prestito da Pina Bausch l'immagine delle sedie ribaltate sulla scena per frantumare il salotto televisivo e provare a cambiare le modalità e il ritmo della nostra narrazione. Ce la metterò tutta. Poi, l'anno prossimo, cominceremo insieme un nuovo viaggio. Ma il futuro si costruisce con il presente. Servizio Pubblico, comincia domani. Vi aspetto".

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