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RisOrta, progetto pilota di biomonitoraggio con molluschi

08 febbraio 2022 | 17.21
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Il progetto prevede l’uso delle cozze d'acqua dolce come biosentinelle di allarme, grazie alle loro riconosciute qualità filtranti e di sensibilità agli agenti esterni, per creare una rete di monitoraggio e risanamento dei sedimenti delle aree costiere del lago d’Orta

(Fondale Lago d'Orta)
(Fondale Lago d'Orta)

La cozza del Lago d’Orta, il cui nome tecnico è Unio elongatulus, diventa sentinella dell’ambiente. Si chiama RisOrta il progetto ambientale di biomonitoraggio attivo e risanamento dei sedimenti delle aree costiere del lago d’Orta, una delle attività previste dal progetto Ecolago, che prevede il posizionamento di questi molluschi in alcune aree litorali. È stato presentato nei suoi dettagli oggi da Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone e da Irsa Cnr di Verbania Pallanza con Fai - Fondo per l'Ambiente Italiano come primo finanziatore, il Comune di Orta San Giulio, e Fondazione Comunità Novarese onlus che ha scelto di sostenere, insieme a Fantini Rubinetti, una borsa di ricerca per sviluppare ulteriormente l’approccio biologico e digitale sperimentale del progetto.

Il Lago d’Orta presenta sedimenti inquinati da metalli pesanti ma acque purificate. Le acque del Lago d'Orta più superficiali sono però naturalmente esposte nella zona litorale al rischio potenziale di rilascio di inquinanti dai sedimenti, a causa di una serie di agenti esterni (moto ondoso, ruscellamento e accesso dei bagnanti). RisOrta prevede l’uso delle cozze d'acqua dolce come biosentinelle di allarme, grazie alle loro riconosciute qualità filtranti e di sensibilità agli agenti esterni, per creare una rete di monitoraggio e per effettuare un risanamento localizzato delle zone costiere.

L’approccio biologico di questo studio pilota intende fornire una soluzione sostenibile anche dal punto economico e altamente tecnologica, perché i molluschi saranno provvisti di sensori che consentono di misurare in tempo reale le loro risposte alle condizioni ambientali. I dati sul comportamento delle cozze verranno inviati digitalmente al Cnr per monitorare in continuo le condizioni dell’ambiente e rilevare immediatamente eventuali anomalie o immissioni di sostanze inquinanti.

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