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Ristoranti, regola 4 persone a tavola: cosa pensano gli chef

03 giugno 2021 | 12.17
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Vissani: "Non più di 4 a tavola, invece al tavolo tecnico in quanti saranno?". La Mantia: "Non cambia molto, inutile ribellarsi"

(Fotogramma)
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La regola delle 4 persone a tavola al ristorante anche in zona bianca continua a far discutere e forti critiche arrivano da alcuni chef. La regola verrà discussa oggi in un tavolo tecnico fra Governo e Regioni, le quali la giudicano troppo restrittiva.

“Al tavolo tecnico di oggi quanti saranno: quattro o di più? Vabbè, tanto diranno che avevano la mascherina... mentre al ristorante con la mascherina non si può mangiare” ironizza Gianfranco Vissani ironizza, parlando con l’Adnkronos. “Stiamo davvero esagerando - torna immediatamente serio lo chef di Casa Vissani di Baschi, in Umbria - Danno i numeri: quattro, cinque, sei posti, mentre intanto ci massacrano, dato che dopo 14 mesi gli aiuti ancora non ci sono. Arrivano milioni di dosi di vaccino – conclude – l'Italia è in zona bianca e ancora discutono su quanti commensali fare sedere a tavola, come se il coronavirus lo portassero i ristoranti”.

“Secondo me, la regola dei quattro posti a tavola non ha più senso, così come non aveva senso la riapertura dei ristoranti soltanto all’esterno” dice all’Adnkronos lo chef Antonello Colonna. Secondo lo chef dell’Open Colonna di Milano, “sono d’altronde insensate molte regole che penalizzano soltanto alcuni settori, come bar e ristoranti, a fronte dell’affluenza massiccia, ad esempio ieri sui Navigli, di tanta gente, anche senza mascherina. Per non parlare – aggiunge – dei mezzi di trasporto, come sempre pieni, e degli stadi riaperti alle tifoserie”. “Esiste una buona dose di pressappochismo in questo genere di disposizioni – fa notare Colonna – Cosa cambia fra due tavoli vicini fra loro con quattro persone ciascuno e un tavolo da otto? Si può davvero credere che i commensali siano delle statuette che non si alzano mai e che quindi non entrano in contatto fra loro?”. “Intanto, finché ci sono, le regole si devono rispettare" afferma Colonna.

"Non più di 4 a tavola? Il settore è contrario perché il ristoratore non deve fare lo sceriffo" dice all'Adnkronos/Labitalia Giuseppe Ferrari, responsabile dipartimento Lavoro della Federazione italiana cuochi. "A volte - spiega - ci si trova in situazioni davvero imbarazzanti perché ci si trova anche davanti a situazioni ambigue che il cliente non vuole dichiarare". "Al più presto - auspica - dovrebbero togliere questa regola che non fa bene a nessuno. Alla fine il ristoratore deve lavorare e, quindi, deve trovare il modo per farlo".

"Questo è un momento delicato, stiamo per arrivare all'Italia tutta in zona bianca, i ristoranti hanno ripreso e sono pieni, abbiamo aspettato tanto io non mi starei a lamentare, va bene così. Secondo me tra un mese potremo stare a tavola tutti insieme" dice lo chef Filippo La Mantia .

"Ho un grande rispetto per il governo Draghi, in questi mesi ci sono stati non passi da gigante ma di più - prosegue La Mantia - dalla campagna vaccinale alle riaperture. I ristoranti hanno riaperto però ci sono ancora delle cautele" da parte del governo. Secondo lo chef, serve ancora un po' di pazienza da parte dei gestori dei locali. "Aspettiamo e vediamo - aggiunge - Qualche regola ora la devono ancora mantenere, inutile che ci lamentiamo o ribelliamo. Tra 15 giorni probabilmente cambieranno di nuovo". Per La Mantia, "a livello logistico non cambia tantissimo" perché, fa notare, "invece che un tavolo da 8 se ne faranno due da 4 alla distanza decisa dal governo".

Anche Davide Oldani, chef stellato e titolare del D'O di Cornaredo, ristorante due stelle Michelin alle porte di Milano, aspetta di conoscere le nuove indicazioni del governo. "Non mettiamo troppa carne al fuoco che poi si brucia tutto. Oramai è questione di poco e se quel poco che dobbiamo aspettare va a favore della sicurezza e della salute di tutti, aspettiamo" afferma Oldani. "Noi - dice all'Adnkronos - riapriremo sabato prossimo con il nuovo D'O. Sarà uno spazio esclusivamente all'interno del ristorante, con tavoli da quattro, una formula che manterremo stabilmente". "Avremo anche l'opportunità di allestire tavoli da sei, ma il resto saranno tavoli da due e da quattro per nostra scelta", spiega. Del resto, "noi non consideriamo i coperti, ma gli ospiti. E il lavoro che facciamo è dedicare del tempo ai nostri ospiti. Più dedichiamo loro del tempo, più loro si sentono sicuri e tranquilli". Tuttavia, sottolinea, "questa non vuole essere una critica nei confronti di chi la pensa diversamente, è solo che noi privilegiamo quello che fa piacere ai nostri ospiti, cioè il sentirsi bene seduti a tavola al D'O. Per fare questo dobbiamo accogliere le persone giuste per i metri che abbiamo e seguirle nella maniera più corretta per creare un'ulteriore economia del ristorante. Perché, cioè, possa lavorare ancora, dopo 18 anni".

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