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Asti

Ritrovata reliquia di Don Bosco, era in una teiera

15 giugno 2017 | 17.59
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Ritrovata l'urna con il cervello di Don Bosco. La preziosa reliquia era stata trafugata il 2 giugno scorso dalla basilica di Castelnuovo . A recuperarla i carabinieri di Pinerolo nel torinese. Era ancora in perfetto stato di conservazione. La reliquia era nascosta in una teiera in rame in un armadietto della cucina della casa di un 42enne che è stato fermato e, dopo aver ammesso le sue responsabilità, è stato trasferito nel carcere di Asti.

A quanto si è appreso, le ragioni del furto non sarebbero da ricercare né nella volontà di chiedere un riscatto e neppure si tratterebbe di un furto su ordinazione per qualche collezionista, ma semplicemente all'erronea convinzione che il coperchio della teca fosse di qualche valore.  Ad accorgersi del furto era stato poco prima delle 21 il sacrestano del Colle Don Bosco di Castelnuovo che ha subito avvertiti i carabinieri. Immediate sono scattate le indagini dalle quali è emerso che il furto sarebbe stato compiuto tra le 18 e le 20 sfruttando il tempo in cui il flusso dei pellegrini era ridotto. Secondo gli accertamenti il ladro sarebbe riuscito a scavalcare la parete di cristallo posta a protezione del reliquiario, a sollevare la copertura della struttura sotto cui era custodito, asportandone il coperchio e l'ampolla in vetro, dentro la quale era conservata la reliquia.

SALESIANI, TIRIAMO UN SOSPIRO DI SOLLIEVO - "Quando il comandante dei Carabinieri di Asti ha avvisato il rettore maggiore, dicendo che la reliquia era stata ritrovata, abbiamo tirato un sospiro di sollievo". Don Francesco Cereda vicario del rettore maggiore dei Salesiani commenta così il ritrovamento del reliquiario contenente il cervello di san Giovanni Bosco, che era stato rubato il 2 giugno a Colle Don Bosco, in provincia di Asti. "L'ampolla di vetro in cui è contenuta la reliquia e la ceralacca sono intatte. Nulla è stato toccato - assicura don Cereda al sir, il servizio di informazione religiosa della Cei - Siamo riconoscenti ai Carabinieri, che hanno condotto un'operazione rapida ed efficiente. Ma soprattutto siamo riconoscenti a Dio, perché l'affetto che nutriamo verso Don Bosco è rappresentato anche dalla cura con cui conserviamo le sue reliquie. Quando è avvenuto il furto, abbiamo ricevuto migliaia di messaggi da tutto il mondo. Nessuno di noi, però, ha mai disperato".

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