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"Rivoluzione Draghi", Le Figaro dedica tre pagine all'Italia

22 ottobre 2021 | 16.00
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Al centro dell'articolo come il premier italiano "in soli otto mesi ha ridato credito al paese, avviato riforme e restaurato l'autorità dello stato"

"Rivoluzione Draghi", o "Come Draghi ha ridato lustro all'Italia'. Con questo titolo 'Le Figaro' pubblica un lungo articolo in tre pagine dedicato al premier italiano, che "in soli otto mesi ha ridato credito al paese, avviato riforme e restaurato l'autorità dello stato". "Conti pubblici in fase di recupero, riforme avviate, uno Stato rispettato...L'ex presidente della Bce ha impresso il suo marchio", scrive il giornale, che parte citando le lodi dell'Italia tessute - le prime da tempo, sottolinea - da una banca anglosassone, la JP Morgan: "crescita forte", "cambiamenti radicali", grazie alla "leadership eccezionale" di Draghi. Altri istituti, continua, "arrivano ad anticipare "un decennio dorato" per l'Italia".

Per Le Figaro "è lo sguardo sull'Italia" ad essere "chiaramente cambiato" da quando è arrivato Draghi. Scelto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per lottare contro la pandemia e mettere in piedi un piano di rilancio che consentisse al paese di ricevere i 191 miliardi di aiuti dell'Ue, Mario Draghi - continua - "ha rispettato il suo duplice contratto". L'Italia ha ora una situazione sanitaria che figura tra quelle maggiormente "sotto controllo" in Europa, il piano di rilancio e riforme "è stato accettato in Europa".

"Vero è - scrive poi - che l'ex governatore della Bce ha anche avuto molta fortuna: dopo il crollo dell'8,9% dell'attività nel 2020 la crescita del 6% prevista quest'anno ha colto di sorpresa tutti gli istituti, dal Fmi all'Ocse, passando per le banche anglosassoni". Una crescita 'postbellica' "che facilita molto la politica economica" e "consente al governo di mantenere una politica espansionistica", con un bilancio in crescita e un debito pubblico in calo, osserva il giornale passando in rassegna le riforme volute da Bruxelles, elencando quelle realizzate, quelle avviate, quelle annunciate, quelle ancora attese.

Se ancora resta molto da fare, continua, il credito di Draghi consiste nel fatto che "da buon direttore d'orchestra, guida la sua ampia maggioranza, dalla sinistra alla Lega, senza perdere di vista il suo spartito", "non si lascia intimidire dalle esibizioni di muscoli", "riesce ad incanalare il Leader della Lega, Matteo Salvini, ricevendolo ogni settimana". "Per poi agire secondo i suoi convincimenti, e con pragmatismo, senza piegarsi all'agenda elettorale della sua maggioranza". Senza imposizioni, "sa temporeggiare, tenere in sospeso una decisione, il tempo necessario a convincere i recalcitranti con alcune mini-concessioni che potranno rivendicare come vittoria. Il suo metodo consiste nello spingersi più avanti possibile senza rischiare di spezzare la coesione del governo".

"All'estero - prosegue - il suo credito è cresciuto fin dall'inizio in Europa, essendo diventato motore della sua trasformazione", scrive il giornale che dedica un altro articolo al "nuovo asse forte con Emmanuel Macron per rilanciare l'Europa", in cui descrive "l'intesa perfetta" tra i due, i quattro bilaterali che li hanno riuniti da febbraio, a margine dei vertici europei o del G7 oltre ad una cena a Marsiglia e parla, ora che sta per essere voltata la pagina Merkel, della "tentazione di cercare un nuovo equilibrio europeo fondato su un asse transalpino". Un'Europa di cui Draghi si fa senza tregua l'ambasciatore presso i suoi", sottolinea. "Per una maggioranza di italiani - conclude - fare a meno di Super Mario è escluso. Con un tema al centro del dibattito: per l'Italia è meglio che resti a Palazzo Chigi o al Quirinale a partire dal prossimo febbraio?".

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