Manca ormai meno di un mese, ma genitori e asili nido di Roma ancora non sanno come dovranno organizzarsi con i bambini per il mese di luglio. "Ancora non sappiamo, aspettiamo anche noi indicazioni dal Dipartimento", si sentono rispondere i genitori dagli uffici dei Municipi. Anche su alcuni gruppi social di mamme che hanno figli nei nidi capitolini rimbalza preoccupazione e irritazione per i ritardi e c'è già chi, di fronte all'ipotesi di sapere qualcosa solo a giugno inoltrato, dovendo organizzarsi con il lavoro, si dice costretto a correre subito ai ripari optando per un centro estivo.
"Cosa il Comune vuole fare a luglio ancora non si sa - conferma all'Adnkronos Cristina Ragaini, presidente dell'Associazione Onda Gialla che riunisce nidi e spazi Be.bi convenzionati con Roma Capitale - Alle famiglie ancora non è stato chiesto neppure un interesse preliminare".
Lo scorso anno nella domanda di iscrizione si domandava l'interesse ad usufruire del servizio a luglio, ma "era una richiesta del tutto indicativa, che risale a un anno fa - osserva Ragaini - Negli anni scorsi, verso aprile-maggio, veniva chiesta l'adesione o meno al servizio per il mese di luglio, per tutto il mese o per la metà". Quest'anno invece ancora nulla.
Fino a un paio di anni fa, per esigenze di razionalizzazione, si decise di lasciare aperti solo alcuni nidi comunali, con delle supplenti, accorpandovi i bambini delle diverse strutture a gestione diretta. "Negli ultimi due anni i bambini delle strutture comunali che frequentavano anche a luglio sono stati mandati nei convenzionati che avevano posti liberi - spiega Ragaini - Fatta eccezione per alcuni nidi comunali che sono rimasti aperti perché magari l'utenza era tanta".
Cosa abbia intenzione di fare il Campidoglio quest'anno, però, è ancora un mistero. Intanto luglio è alle porte. I nidi convenzionati hanno bisogno di avere indicazioni per esigenze organizzative, ma il problema riguarda soprattutto i genitori dei nidi pubblici.
"Noi convenzionati a luglio saremo comunque aperti", conclude Ragaini. Il problema è soprattutto dei genitori dei bambini delle comunali che hanno bisogno di sapere cosa li aspetta: "Si stanno già organizzando e magari, quando il Dipartimento si sveglierà, sarà tardi - conclude Ragaini - Mi sembra poco rispettoso nei confronti delle famiglie".