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Roma: Gabrielli, non sono un Caudillo ma istituzioni devono risolvere problemi

05 maggio 2015 | 16.38
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Il prefetto della Capitale interviene al comitato municipale per l'ordine e la sicurezza pubblica in III Municipio: "Qui la priorità è lo stop ai roghi tossici". E sull'immigrazione avverte i sindaci della provincia di Roma: "Pronti a requisire gli immobili". Poi rivela: "Sull'accoglienza marcia indietro di alcuni istituti religiosi: nel Giubileo vedono maggiori possibilità di business. Quando l'ho saputo mi è caduto il mondo addosso"

Roma: Gabrielli, non sono un Caudillo ma istituzioni devono risolvere problemi

Di certo non voglio fare "il caudillo" anche perché "il prefetto ha molti meno poteri di quanti potete immaginare però credo che un rappresentante delle istituzioni non possa sottrarsi alle sue responsabilità". Lo ha detto il prefetto di Roma Franco Gabrielli nel corso del comitato municipale per l'ordine e la sicurezza pubblica in III Municipio, dove ha incontrato il minisindaco Paolo Emilio Marchionne, le forze dell'ordine e i rappresentanti dei comitati di quartiere per mettere a punto la sua strategia sulla sicurezza.

"L'idea di fare questo tipo di viaggi nel territorio di questa sconfinata città, che poi è un insieme di città se pensiamo che il III Municipio ha 204mila abitanti", nasce dal fatto, ha spiegato Gabrielli, che i problemi del territorio ricorrenti, dalla criminalità al degrado, all'abusivismo, "hanno bisogno di risposte differenziate".

"Per questo ho immaginato che l'unico sistema fosse quello di creare in ogni municipio una sorta di comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica", ha detto. "Non c'e' solo la necessita' di conoscere i problemi ma anche necessita' di risolverli - ha aggiunto - E questi comitati non sono una sorta di ufficio reclami ma sono tavoli in cui le istituzioni affrontano i problemi e cercano di risolverli". Utilizzeremo, ha spiegato Gabrielli, "questo metodo che io definisco strabico, un occhio che guarda ai problemi immediati, quelli della punta delle proprie scarpe, e un occhio che ha uno sguardo un po' più prospettico" perché "nell'ambito della sicurezza ci sono questioni che hanno bisogno di risposte più strutturate".

Secondo Gabrielli, "il tema dei roghi è prioritario, va risolto subito perché riguarda la salute pubblica e credo che la salute dei cittadini venga prima di ogni altra cosa. Su questo ci metto la faccia e l'impegno personale. Sul tema dei roghi e delle discariche dobbiamo fare interventi urgenti e non dobbiamo fare sconti per fare sì che il problema non si ripeta". Rispondendo alla rappresentante di un comitato di quartiere che sottoponeva il problema della movida a Città Giardino, il prefetto ha sottolineato che se c'è "un diritto alla salute c'è anche un diritto alla libera circolazione". "Io distinguerei - ha detto Gabrielli - perché, sempre nell'ordine delle priorità e nella comprensione di tutti, c'e' un abisso tra chi fa schiamazzi e chi produce tossine". "Le istituzioni devono avere la capacità di distinguere i problemi in base alla loro urgenza e quindi mentre i roghi sono una priorità, per la movida lavoreremo insieme ai municipi e a Roma Capitale per rendere un po' più vivibili determinate situazioni", ha chiarito.

A tenere banco c'è anche il tema dell'immigrazione. "A breve dirò a tutti i sindaci della provincia che o ci mettiamo una mano sulla coscienza e quindi accettiamo il tema dell'accoglienza di queste persone che stanno fuggendo da situazioni di criticità o utilizzeremo gli strumenti che abbiamo a disposizione, a partire dalle requisizioni - sottolinea Gabrielli - sicuramente non gravando sulle realtà romane che sono già particolarmente impegnate e gravate". "Vi assicuro che ieri sera quando i miei colleghi mi hanno riferito l'esito di alcuni incontri, tra cui anche quelli con i rappresentanti di alcuni istituti religiosi che hanno fatto marcia indietro perché vedono nel Giubileo un momento di maggiore possibilità di business, mi è crollato il mondo addosso - sottolinea il prefetto -. Ho detto ai miei colleghi di dire a questi signori che loro di business nel giubileo ne faranno poco perché gli requisisco l'immobile. O facciamo uno sforzo di comprensione del mondo che abbiamo intorno o facciamo poca strada" avverte.

"Qui ci sono problemi stratificati nel tempo - dice ancora Gabrielli - e il metodo che io propongo non è ad effetto. Considerato il numero dei problemi non a tutti sarà possibile dare una risposta immediata: risolveremo prima le questioni che generano un allarme sociale più grande e ho assoluta consapevolezza che non accontenteremo tutti". La tempistica è di "due-tre mesi" per i problemi più urgenti, ha detto il prefetto, annunciando che tornerà in municipio "fra circa un mese e mezzo per fare il punto e riesaminare con i cittadini gli effetti di questa azione". Gabrielli chiarisce che "la coperta non è destinata ad allargarsi. Se vi dicessi che siamo in grado di produrre uno sforzo maggiore in termini di unità operative sul territorio, trasmetterei un messaggio fuorviante. La forza è questa, purtroppo in alcune circostanze non è adeguata come vorremmo ma le condizioni in cui vive il Paese non sono tali da avere un surplus di organico. Quello che invece ci chiede il Paese è che queste forze siano utilizzate al meglio di loro stesse e perché questo accada non devono esserci sovrapposizioni né sprechi né utilizzi non all'altezza delle capacità di ogni forza".

Su questo fronte il prefetto di Roma vuole riaffermare la centralità della polizia municipale, "una forza importante che sta vivendo un momento difficile, spesso anche per giudizi non generosi e non corretti. Riaffermare la sua centralità nell'ambito della strategia per la sicurezza di questa città serve a dimostrare quello che è: un corpo sano" afferma Gabrielli. "Analogamente dobbiamo coinvolgere tutti, io sto coinvolgendo la Gdf, come ad esempio utilizzeremo il corpo Forestale. Abbiamo bisogno di tutti - conclude Gabrielli -. Qui non c'è nessuno che vince da solo e nessuno deve sentirsi fuori dalla partita".

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