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Roma, parla il parroco che battezzò le gemelle di una famiglia arcobaleno: "È stata una scelta d'amore"

03 febbraio 2016 | 12.16
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Dal programma
Dal programma "Di fatto, famiglie" di Real Time.

"Ho sottovalutato le insidie mediatiche delle riprese televisive". Così in un post sul suo profilo Facebook il parroco Federico Tartaglia che nell'agosto 2014 ha battezzato a Roma tre gemelle figlie di due papà nate in Canada, grazie a due donne: una ha donato l'ovulo e l'altra ha prestato l'utero. A portare alla ribalta la lovestory di Roberto e Simone una puntata del programma 'Di fatto, famiglie' su Real time andata in onda lo scorso 31 gennaio.

La vicenda ha suscitato molte polemiche all'indomani del Family day e nel momento in cui alla Camera si discute il ddl Cirinnà sulle unioni civili. Don Federico ne è consapevole ma continua a difendere la sua scelta: "Sento di aver agito animato da questo affetto nei riguardi di una diversa storia di vita che per la prima volta ha bussato alla porta della mia chiesa, ma mi dispiace se questo mio affetto mi ha spinto ad andare oltre con affermazioni che non mi competono".

Nel suo sfogo in rete il parroco ribadisce di aver portato avanti una decisione presa dopo un lungo dialogo con i neogenitori per consacrare nella fede le piccole: "Tutto è nato dal desiderio di accoglienza nei confronti di queste tre creature e dei loro due papà, che avendomi a lungo parlato della loro storia e della serie di offese e di oltraggi ricevuti in questi anni, mi hanno comunicato il desiderio che questa scelta potesse essere vista come una scelta di amore e non di provocazione o di eccesso".

"Devo dire che mi colpì molto il fatto che Simone e Roberto - continua - di fronte alla possibilità di scegliere (così come permette la legge canadese) se tenere solo uno dei tre embrioni fecondati, scelsero di salvare la vita a tutti e tre gli embrioni e di accogliere le tre bambine".

Tante le critiche arrivate anche dai confratelli, l'uomo di chiesa si scusa "per aver gettato clamore ingiustificato su una vicenda che doveva rimanere un incontro di grazia per le tre piccole bambine" e per aver offerto con le sue affermazioni di "dissenso nei confronti della dottrina durante una celebrazione liturgica, motivo di sconcerto e forse di scandalo ad alcuni miei confratelli e ai fedeli".

Dichiarazioni, spiega Don Federico, che "nascono dal mio modo impulsivo e passionale di intendere la fede, e dal desiderio che tutti possano sperimentare la Misericordia di Dio e che la nostra Chiesa possa essere riconosciuta da tutti, vicini e lontani, per ciò che è: una Madre amorevole e misericordiosa".

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