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Roma, percosse e violenza sessuale in carcere Rebibbia: 2 misure cautelari

11 maggio 2016 | 07.53
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Carcere Rebibbia (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Carcere Rebibbia (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa nei confronti di due uomini, di origine rumena, all’epoca dei fatti detenuti presso la casa circondariale di Roma di Rebibbia, ritenuti responsabili di violenza sessuale e atti persecutori nei confronti di un 22enne italiano in carcere nella loro stessa cella.

I militari hanno avviato le indagini a seguito della denuncia presentata, nel marzo scorso, dal giovane italiano nei confronti dei due codetenuti che, secondo quanto denunciato al personale della Polizia Penitenziaria, dopo avergli fatto assumere forzatamente un farmaco tranquillante, lo avevano minacciato ponendogli all’altezza della gola il coperchio in latta di una scatola per alimenti, costringendolo a subire atti sessuali da parte di entrambi.

Le indagini condotte dai carabinieri non solo hanno accertato la violenza sessuale subita, ma hanno anche confermato che, già nei giorni precedenti alla violenza, il giovane era stato oggetto di reiterate minacce, molestie e percosse da parte dei due indagati che, oltre ad appropriarsi arbitrariamente degli oggetti e dei beni ricevuti in occasione delle visite con i suoi familiari, lo hanno anche costretto a umilianti atti di servilismo finalizzati ad affermare la loro posizione di supremazia in ambito carcerario.

Subito dopo la denuncia, i due presunti autori degli abusi sono stati trasferiti in altre carceri e provvedimenti disciplinari sono stati adottati anche nei confronti degli altri detenuti che occupavano la medesima cella, tutti di nazionalità romena, responsabili di non aver prestato immediato soccorso alla giovane vittima.

Uno dei due destinatari del provvedimento restrittivo era stato arrestato nel novembre scorso proprio dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, dopo averlo rintracciato in Norvegia e fermato in forza di un mandato di arresto europeo emesso nell’ambito delle indagini sull’omicidio del manager tedesco Degenhardt Oliver, assassinato il 7 novembre del 2015 all’interno del suo appartamento in via dei Volsci, nel quartiere romano di San Lorenzo.

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