Agenzia Mobilità: "Valuteremo i danni"
Un'auto del servizio di car sharing del Comune di Roma utilizzata per fare propaganda elettorale. E' quanto denunciano diversi esponenti politici oggi dopo che i parlamentari M5s si sono presentati questa mattina al Senato per depositare le 200mila firme con la richiesta di un referendum sull'euro. A scatenare le polemiche però sono stati gli adesivi del M5s attaccati sulla vettura di proprietà del Comune di Roma.
La denuncia è partita dall'esponente del Partito democratico Luciano Nobili: "È normale che il M5S si appropri di un mezzo del Car Sharing comunale per far propaganda?" ha chiesto su Twitter.
È normale che #M5S si appropri di un mezzo del Car Sharing comunale per far propaganda?
È autorizzato? @Roma lo sa? pic.twitter.com/Ajv3sQqmKw
— Luciano Nobili (@lucianonobili) 8 Giugno 2015
Critiche anche da Fabrizio Panecaldo, consigliere Pd di Roma capitale. "Va bene che nel concetto stesso di car sharing c’è l’idea della condivisione, ma trasformare una automobile pubblica, del Comune e al servizio della mobilità sostenibile, in uno strumento di propaganda mobile ad uso e consumo di un partito, una parte per il tutto, non denota un grande rispetto per le regole condivise e per le opinioni degli altri. Ci saremmo aspettati di più che un uso piratesco e scroccone di mezzi pubblici da parte dei teorici della trasparenza".
Sulla vicenda in serata è arrivata la dura presa di posizione dell'Agenzia per la Mobilità, che si è detta "del tutto all'oscuro dell'affissione di simboli politici, ad opera di un parlamentare del Movimento 5 Stelle, all'esterno della vettura regolarmente prenotata questa mattina per mezzo di un abbonamento individuale. Tale azione - si legge in un comunicato - rappresenta un'evidente violazione dei principi generali che regolano l'utilizzo di un bene pubblico, nonché del regolamento comunale sulle affissioni. Roma Servizi per la Mobilità - conclude la nota - sta valutando i danni provocati all'immagine dell'Azienda e dell'Amministrazione capitolina oltre all'esistenza degli estremi per la risoluzione del contratto".