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Roma, rapine in sequenza e tentato omicidio: 3 arresti

10 ottobre 2019 | 09.27
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Tre misure cautelari per rapine e per tentato omicidio sono state eseguite dai carabinieri della compagnia di Palestrina (Roma) che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Tivoli, Mario Parisi. I tre arrestati dovranno rispondere di tentata rapina, rapina, tentato omicidio, detenzione e porto di arma.

I fatti, come ricostruito in una nota dalla procura di Tivoli, risalgono allo scorso 11 settembre, quando nelle prime ore della mattinata, in stretta successione, avvengono tre episodi di rapina a mano armata nei confronti di tre diversi esercizi commerciali, il bar “Romano” in via Casilina a Roma, il bar “Area 51” in via Proust a San Cesareo (Roma) e la sala slot “Belvedere” in via Maremmana a San Cesareo (Roma).

Come ricostruiscono gli inquirenti, il primo tentato colpo è stato quello al "bar 'Romano' in via Casilina a Roma. Nonostante l’esplosione di un colpo d’arma da fuoco a scopo intimidatorio da parte di uno dei rapinatori, a causa della resistenza opposta da un impiegato e della difficoltà di accesso alla cassa", la tentata rapina è stata interrotta. Poco dopo i tre indagati hanno messo a segno una rapina lungo la via Casilina, nel bar “Area 51” in via Proust a San Cesareo (Roma) dove, riscontrata l’assenza di denaro all’interno della cassa, uno di loro, sotto minaccia della pistola, si è fatto consegnare il denaro prelevato dal portafogli personale di un impiegato.

In seguito i tre rapinatori, come emerso dalle indagini, si sono diretti alla poco distante sala slot “Belvedere”, in via Maremmana a San Cesareo (Roma) dove, come documentato anche dall’impianto di videosorveglianza, "uno di loro, con il volto travisato da una sciarpa e con la pistola in pugno", si è introdotto all’interno dell’esercizio commerciale "minacciando il cassiere per farsi consegnare il denaro contenuto nella cassa". Un impiegato addetto alla sicurezza, nel tentativo di sventare la rapina in corso, come ricostruito dagli inquirenti, ha colpito con uno sgabello il rapinatore che ha esploso due colpi d’arma da fuoco colpendolo all’inguine. Il rapinatore, impossessatosi di 2500 euro, è uscito dal locale dove ad attenderlo, a bordo di un’auto, vi erano i suoi due complici insieme ai quali è fuggito.

Nel corso dell’operazione, durante una perquisizione domiciliare, i carabinieri hanno trovato nell’abitazione di uno degli arrestati (S.M.) una pistola semiautomatica calibro 7.65 con matricola abrasa, compatibile per calibro e tipologia con l’arma utilizzata nei colpi. Il gip del Tribunale di Tivoli, sottolinea che “il quadro indiziario a carico degli indagati è solidissimo …articolato sulla scorta di un bagaglio investigativo che ha rapidamente assunto tratti di indiscutibile e stringente attitudine probatoria e incriminante”.

“La pervicace spregiudicatezza operativa… la disponibilità di armi e l’inclinazione a farne disinvolto impiego contro le persone, l’abitudine all’assunzione di alcool e di droghe… strutturano un contesto in cui campeggia e spicca l’accentuata pericolosità degli indagati - conclude il gip - Costoro sono ben disposti all’aggressione e all’uso di armi pur di soddisfare il loro contingente bisogno economico…”.

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