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Roma, tangenti per aprire supermercato a Marino: in manette due ex assessori

20 aprile 2016 | 09.38
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Sono finiti agli arresti domiciliari due ex assessori e un commercialista del Comune di Marino (Roma). A far scattare la misura questa mattina all'alba i Carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Velletri, che li ha ritenuti responsabili del reato di induzione indebita a dare o promettere utilità.

A far partire le indagini è stata una denuncia sporta lo scorso luglio dal presidente della Confesercenti di Marino in merito alla realizzazione di un supermercato. Per nove mesi i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Castel Gandolfo, hanno svolto intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione, ispezioni, perquisizioni, sequestri di documentazione e accertamenti bancari.

I militari hanno così scoperto che la società, intenzionata ad aprire un supermercato a Marino, già dall’anno 2010 fu destinataria di pressanti richieste ed in particolare quella del pagamento illecito di una somma di denaro in cambio del rilascio del titolo autorizzativo in tempi brevi. Uno dei due assessori pretese anche l’assunzione alle dipendenze del supermercato di persone a lui vicine, presentando diversi curricula.

Con l'aiuto di un loro amico commercialista, fu ideato il mascheramento della tangente, ammontante a 80mila euro, attraverso l’emissione di una fattura per operazioni inesistenti da parte di una cooperativa di comodo (in cui due degli indagati hanno ricoperto cariche sociali) a cui la società avrebbe dovuto versare l’intero importo di lavori edili – mai eseguiti – necessari per trasformare un magazzino nel supermercato.

La società, messa dunque alle strette, decise di pagare. Ma anche dopo aver ceduto alle pressioni dell'amministrazione i problemi per la società commerciale non sono finiti, continuando a incontrare ostacoli burocratico-amministrativi nella prosecuzione dei lavori, tanto che il supermercato non è stato ancora avviato.

Oltre al pagamento della tangente infatti, uno dei due assessori finiti in manette pretendeva l’assunzione di alcune persone da lui segnalate. Al vaglio dell’Autorità Giudiziaria sono ora le posizioni di altre persone che, a vario titolo, avrebbero favorito gli indagati nelle loro condotte illecite.

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