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Rosso di 725 mln per Ubi Banca nel 2014, 'segnali positivi da inizio 2015'

12 febbraio 2015 | 17.28
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Le banca chiude l'esercizio in perdita per rettifiche su crediti e svalutazione dell'avviamento ma propone un dividendo superiore a quello del 2013. Buon andamento dei proventi operativi. Sull'inchiesta e le perquisizioni che hanno travolto l'istituto ieri, Victor Massiah (Ceo) afferma: 'Non c'è nessun sistema per la raccolta delle deleghe'

Rosso di 725 mln per Ubi Banca nel 2014, 'segnali positivi da inizio 2015'

Ubi Banca chiude il 2014 con una perdita di 725 mln rispetto all'utile di 250 mln del 2013: un risultato dovuto principalmente alla contabilizzazione di 882 mln di svalutazione sull'avviamento ma anche alla politica prudenziale (post Aqr) sui crediti che ha portato a rettifiche complessive di 929 mln nel 2014. Il conto economico presenta un buon andamento dei proventi operativi 'core', saliti di oltre 107 mln rispetto al 2013 con l'evoluzione del margine di interesse (+67 mln) e delle commissioni nette (+39,5 mln).

E' in aumento, infatti, il dividendo proposto ai soci che sale da 6 centesimi a 8 centesimi. Per Victor Massiah, ceo di Ubi Banca, da gennaio stanno arrivando i primi segnali positivi, "soprattutto in termini di crescita degli impieghi". In generale, "abbiamo visto un gennaio - ribadisce - migliore del previsto e forse ci sono dei motivi fondamentali perché non sia semplicemente un fatto occasionale".

Sull'inchiesta che, con le perquisizioni di ieri nella sede della banca, ha scosso la delicata scadenza finanziaria dei conti 2014, Massiah ha ribadito l'estraneità della banca e negato l'esistenza di una sistema per 'manipolare le deleghe in assemblea', aspetto contestato dalla Procura di Bergamo che ipotizza i reati di ostacolo alla vigilanza e di manipolazione dell’assemblea che, nel 2013, che ha portato alla nomina degli attuali consigli di sorveglianza e gestione.

Per il Ceo è ancora presto per parlare di un piano industriale per Ubi Banca e così di fusioni bancarie, dopo il decreto del Governo Renzi. Ubi Banca - da tempo si vocifera di un suo matrimonio con Mps - non ha mai negato il suo ruolo di "potenziale aggregatore" ma "abbiamo sempre detto che solo e soltanto situazioni che creassero valore per i nostri azionisti andrebbero prese in considerazioni". In ogni caso, "prima di parlare di consolidamento bancario, consolidiamo le regole". Il titolo della popolare ha iniziato le contrattazioni in rialzo e registra un guadagno superiore al 3%.

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