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Rotondi: "D'accordo con Follini, in politica i cattolici 'hanno già dato'"

08 agosto 2021 | 14.38
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Per il vice presidente del gruppo di Fi e presidente della Fondazione Dc lo schema storico del 1948 è irriproducibile, non sono più forza culturale di aggregazione

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Leggo sempre con estrema attenzione le osservazioni di Marco Follini che considero un osservatore intelligente e arguto. Non posso non essere d'accordo con le conclusioni delle sue argomentazioni". Lo ha affermato il vicepresidente del gruppo di Fi e presidente della Fondazione Dc, Gianfranco Rotondi, commentando l'editoriale di Marco Follini, pubblicato oggi sul sito dell'Adnkronos, sul declino del primato politico dei cattolici.

"Marco nel suo editoriale, anticipa un po' le conclusioni del mio libro che uscirà a settembre e il cui sottotitolo provvisorio è 'Democristiani senza la Dc', nel quale scrivo che i cattolici sono stati il punto di aggregazione dell'universo opposto e variamente declinato, della sinistra e del marxismo. Il tema è chi occupa il campo opposto ed è un quesito di costante attualità politica. La sinistra nelle sue varie connotazioni c'è sempre ma chi si oppone alla sinistra?".

"Oggi si può dire che questo ruolo è interpretato da partiti che potremmo definire 'centristi' o di destra, rappresentati da singole personalità carismatiche o risultanti da aggregazioni organizzate di culture, che talvolta hanno un riferimento alla Chiesa e al cattolicesimo. In Europa con il Partito popolare europeo ne abbiamo una rappresentazione attiva e multiforme".

"In Italia, come sappiamo, abbiamo avuto la Dc, storicamente imperniata sull'impegno politico dei cattolici. Oggi - continua Rotondi - non è più così, perché lo schieramento opposto alla sinistra è articolato su due destre - la Lega e Fdi - e solo marginalmente da una formazione che si richiama al Ppe. Intendo dire Fi, che non è interamente riconducibile all'esperienza del laicato cattolico. Quindi da punto di vista di riuscire a aggregare una risposta alternativa alla sinistra, sembrerebbe che i cattolici 'hanno già dato'. In questo senso, se non ho inteso male le sue argomentazioni, Follini ha ragione.

"Se in termini storici immaginiamo una missione e un impegno politico come quello del 1948, ossia di riuscire a fare della cultura e dell'insediamento cattolico, il punto di incontro e di aggregazione di un fronte che occupi il campo della governabilità moderata, questo schema politologico sembrerebbe essere inattuale. Del resto in Parlamento ci sono rimasti solo tre democristiani dichiarati: Casini, Tabacci e il sottoscritto. Con queste sole forze è improbabile che il cattolicesimo torni politicamente protagonista come nel 1948. Quindi su questo non posso che dare ragione a Follini".

"Trent'anni fa, quando venne varata la legge elettorale maggioritaria, Forlani sostenne ci avvertì che il bipolarismo avrebbe spaccato in due la Dc e che due partiti cattolici, collocati uno a destra e uno a sinistra, avrebbero gareggiato tra loro, prosciugando le loro forze e diventando irrilevanti nel giro di due elezioni. Forlani è stato profetico", conclude il presidente della fondazione Dc.

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