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Rousseau salva Salvini, M5S diviso

19 febbraio 2019 | 07.37
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Su Facebook ira militanti, ma Giarrusso nega: "Nessuna spaccatura"

(Fotogramma)
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Militanti Cinquestelle al salvataggio di Salvini. Con il 59,05% dei voti su un totale di 52.417 iscritti, la maggioranza su Rousseau ha infatti deciso che l'autorizzazione a procedere nei confronti del leader leghista per il caso Diciotti dovrà essere negata. A votare a favore, il restante 40,95%. "La votazione - sottolinea il Blog delle Stelle - entra nella storia di Rousseau per essere stata quella con il maggior numero di votanti di sempre in una singola giornata". "Un record", spiegano, ma anche numeri che raccontano di una spaccatura netta fra gli iscritti. Spaccatura che ora il M5S dovrà tentare di risanare.

"Con questo risultato i nostri iscritti hanno valutato che c'era un interesse pubblico nella vicenda Diciotti e che era necessario ricordare all'Europa che c'è un principio di solidarietà da rispettare", ha scritto Luigi Di Maio su Facebook, al termine di una lunga giornata fatta di polemiche e ritardi nel sistema, ringraziando i partecipanti alle votazioni ed esaltando l'orgoglio "di far parte dell’unica forza politica che interpella i propri iscritti, chiamandoli ad esprimersi". Ma il clima che si respira nei commenti al post è tutt'altro che sereno: "Oggi avete distrutto il Movimento" e "ci avete venduti alla Lega", alcuni fra i messaggi più gettonati che rimbalzano fra migliaia di utenti, che ora promettono l'addio accusando i vertici pentastellati di aver messo "l'interesse politico davanti alla legalità".

Ma il capogruppo del Movimento in Senato, Mario Michele Giarrusso, nega ogni spaccatura: "Non c'è nessuna spaccatura, c'è un voto democratico, i voti bulgari appartenevano a un'altra epoca, a un altro regime a un altro sistema". Entrando al Senato dove si vota la relazione del presidente della giunta delle elezioni e delle immunità Maurizio Gasparri, che chiede di dire no al processo a Salvini, Giarrusso aggiunge: nel M5S "c'è stato un approfondito e acceso dibattito. Viva la democrazia". "Noi - continua - abbiamo un impegno, quello di rispettare le votazioni dei nostri iscritti, e questo faremo". E per quanto riguarda i dissidenti, "non tocca a me occuparmene, c'è un capogruppo al Senato, c'è un leader politico".

La reazione del diretto interessato, intanto, è moderata: "Li ringrazio per la fiducia, ma non è che sono qui a stappare spumante o sarei depresso se avessero votato al contrario. Sarei stato disponibile ad affrontare anche qualsiasi altro voto, non ho problemi" - ha detto infatti Matteo Salvini, a Sassari fra quote latte e campagna elettorale - Se uno ha la coscienza a posto, come ce l'ho io, non vive con l'ansia". Poi il ministro dell'Interno ha ringraziato ''per la correttezza" il collega Di Maio e ha puntualizzato: "Per me il governo non era e non è in discussione. Il governo va avanti, punto". Ma quanto costerà ai pentastellati la fedeltà all'alleato? Il verdetto è atteso il 26 maggio, con il voto alle europee che rischia di riservare ai Cinquestelle sgradite sorprese in termini di consenso.

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