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Rovinate dai filler, in aumento le richieste per 'riparare' i danni

13 maggio 2016 | 15.20
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Immagine di repertorio (Afp) - AFP
Immagine di repertorio (Afp) - AFP

Ritocchino estetico malriuscito. Crescono le richieste per 'riparare' danni da filler all'ambulatorio creato ad hoc nella struttura di medicina estetica dell'ospedale Fatebefratelli Isola Tiberina di Roma (Samest) dove, in 7 anni, sono stati seguiti 150 pazienti, la maggioranza con danni permanenti. Dell'esperienza si parla al 37° congresso nazionale della Società italiana di medicina estetica (Sime) in corso al Rome Cavalieri Waldorf Astoria da oggi al 15 maggio, che quest’anno comprenderà anche l’11° European congress of Aesthetic Medicine e l’11° congresso dell’Accademia italiana di medicina anti aging (Aimaa).

Oggi, hanno ricordato gli esperti, le "sempre più numerose sostanze iniettabili per uso estetico e l’aumento di operatori del settore ha determinato un aumento dell’incidenza di complicanze da filler". Per questo le linee guida in materia precisano le caratteristiche fondamentali del filler che deve essere: non sensibilizzante, totalmente riassorbibile, non cancerogeno, atossico, non immunogeno, non migrante, di consistenza il più simile possibile al tessuto ospite, con ampia documentazione scientifica. Non rispettare queste raccomandazioni nell’impiego di filler aumenta sicuramente il rischio di complicanze meno gravi come ematomi, gonfiori, bruciori, dolore e prurito e più gravi come noduli, granulomi e necrosi.

Un ambulatorio dedicato, come quello di Roma, rende possibile - sottolineano gli esperti - da un lato una maggiore sensibilizzazione degli operatori del settore a rispettare i suggerimenti delle linee guida e dall’altro a far gestire da esperti il trattamento delle complicanze più gravi. Tutti i pazienti della struttura della capitale, dopo la cura, sono sottoposti a follow up nel corso del tempo.

"L’ambulatorio, da me voluto nel 2009 è affidato da 2 anni alla dottoressa Gloria Trocchi - dice il presidente della Sime Emanuele Bartoletti – dal 2009 abbiamo visitato oltre 150 pazienti, la maggior parte con danni da filler permanenti, soprattutto nei primi anni. Oggi, grazie anche alla nostra campagna contro i filler permanenti, assistiamo ad una riduzione delle complicanze dovute a queste sostanze. Anche se purtroppo, essendo filler permanenti, possono creare problemi anche dopo anni dall’impianto".

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