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Russia: presidente Memorial, soli a parlare di Ucraina, siamo sotto attacco/Adnkronos

18 ottobre 2014 | 15.46
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Memorial è stata l'unica organizzazione o istituzione che in Russia ha preso pubblicamente una posizione sull'Ucraina, denunciando lo scorso 29 agosto la presenza di unità militari regolari russe nell'est del paese, per esempio. Per questo è sotto l'attacco delle autorità russe. In una intervista all'Adnkronos, il presidente Arseny Roginsky -che oggi a Formia ritira il Premio Vittorio Foa assegnato all'organizzazione - descrive quello che è accaduto in parallelo con l'evolversi della crisi in Ucraina: il Centro per i diritti umani di Memorial è stato catalogato come "agente straniero" dal ministero della Giustizia, una delle venti organizzazioni non governative costrette a definirsi in ogni pubblicazione o intestazione con il termine che in russo equivale a spione e nemico, "al marchio con cui sono morte centinaia di migliaia di persone in epoca sovietica", in ottemperanza alla legge introdotta dopo il ritorno di Putin al Cremlino nel 2012.

E' stata poi richiesta la liquidazione di Memorial Russia a cui fanno capo le oltre 60 organizzazioni attive in tutto il paese che affiancano, e in parte si sovrappongono, alla galassia di Memorial Internazionale, per recuperare le storie delle vittime delle persecuzioni e difendere i diritti umani e le libertà, lavorare insieme sul passato e sul presente.

La Corte suprema discuterà il caso il 13 novembre, anche se una settimana dopo si riuniranno in congresso a Mosca i rappresentanti delle diverse anime di Memorial, 25 anni dopo il congresso della fondazione presieduto da Andrei Sakharov, per definire la riorganizzazione richiesta. E' come se le autorità russe cercassero di imporre anche a Memorial la verticale del potere "sovietica prima ancora che putiniana", "trasformandone la natura associazionistica e cancellando l'identità delle diverse organizzazioni "nate ognuna per conto proprio". "Dietro questi attacchi, lo sappiamo bene, c'è una critica ideologica e politica, che investe l'interpretazione della storia", sottolinea Roginsky che di Memorial è stato tra i fondatori. (segue)

con nuovi attacchi aumenta numero persone che vogliono prendere parte a nostri eventi

"La storia, che è una delle attività principali di Memorial, si è trasformata da tempo in Russia in una questione politica. L'intera propaganda attuale si basa sulla storia, o meglio su una manipolazione della storia per cui ogni cosa accaduta in Russia è magnifica, mentre noi spieghiamo che sì ci sono cose di cui dobbiamo essere fieri ma anche altre di cui dobbiamo vergognarci e ne parliamo continuamente", aggiunge, citando le nuove leggi sul modo in cui deve insegnare la storia, sul divieto per esempio di criticare le azioni delle forze militari sovietiche durante la Grande guerra patriottica.

Ma Roginsky, che fu arrestato nel 1981 e condannato a quattro anni di carcere al termine di un processo in cui pronunciò il discorso diventato celebre 'la situazione dello storico in Unione sovietica', si dice ottimista. "La profonda associazione della situazione dei diritti umani di ieri e di oggi che abbiamo fatto è oramai entrata nella mentalità dei russi. Tutti questi anni di attività non sono stati vani. E non solo, dopo questi ultimi provvedimenti il numero delle persone che vogliono aderire a Memorial è aumentato in modo considerevole. Senza voler esagerare la nostra importanza, il tema della memoria come difesa dei diritti tocca il cuore della gente", sottolinea l'autore di una delle opere fondamentali per la ricostruzione della geografia e del funzionamento dei campi di prigionia nel corso degli anni.

Fra l'altro questo rinnovato interesse dimostra come la società russa non sia compatta come viene descritta. "La Crimea ha certamente catalizzato il consenso intorno a Putin, è stata la prima vittoria concreta di un presidente che sulla vittoria incentra la sua retorica, ma bisogna distinguere l'annessione della Crimea da quello che accade nell'est dell'Ucraina, il sostegno sta scemando e viene tenuto in piedi artificialmente". "Memorial poi non è una organizzazione politica in senso stretto, per la gente avvicinarvisi è un modo di ritrovare sé stessi, senza parlare direttamente di politica".

'visione storica Putin fatta di cliché, slogan, semplificazioni, non potrà mai esserci ritorno al passato'

La visione storica di Putin è fatta di "cliché, slogan, semplificazioni, in realtà non ci sarà, non potrà esserci, un ritorno al passato fino a che le persone potranno viaggiare e informarsi", precisa il presidente di Memorial , che già negli anni Settanta aveva iniziato a raccogliere le testimonianze sulle vittime dei gulag. Putin, aggiunge, non ha fatto altro che recuperare i vecchi stereotipi staliniani mai spariti del tutto dalla vita dei russi -il carattere esclusivo del paese, l'isolazionismo, l'Occidente nemico- e rendere possibile questa operazione, l'errore commesso negli anni Novanta, quando al governo c'erano persone rispettabili, però convinte che il recupero della memoria sarebbe arrivato da solo una volta sistemata la questione del mercato, con il risultato che il mercato non è stato creato e lo stato della coscienza collettiva russa sul suo passato si presta a manipolazioni di questo genere.

L'attualità, quindi. "Formalmente, non c'è stata alcuna persecuzione contro Memorial per la sua presa di posizione sull'Ucraina, ma si può ipotizzare che la recente iscrizione del Centro per i diritti umani come agente straniero sia legata a queste attività". L'Ucraina rimane il nervo scoperto del potere putiniano: le prime leggi contro le organizzazioni non governative in Russia sono arrivate nel 2004-2005, dopo le rivoluzioni colorate, in particolare dopo quella 'arancione', "quando a Putin e' venuta in mente l'idea assolutamente schizofrenica che quello che accadeva era opera delle ong che venivano finanziate dall'Occidente". "Allora era in atto un tentativo di controllarle, non di annientarle. Molte non hanno retto, quelle che sono riuscite a farlo si sono consolidate", sottolinea Roginsky, ricordando che "la tappa successiva è arrivata dopo il 2012: anche se le organizzazioni non governative non hanno avuto alcun ruolo nelle proteste del tutto spontanee di quel periodo in Russia, le manifestazioni hanno rafforzato nel potere l'idea che tutto il male sia in queste strutture".

Ecco quindi arrivare la legge contro le ong che ricevono finanziamenti dall'estero e che si occupano di politica, "dove per attività politica si intende qualunque attività che possa trasformare l'opinione pubblica allo scopo di cambiare l'attività del governo, che è ciò che fanno tutte le ong, che siano attive nell'ecologia, per i bambini malati o per i detenuti".

"Dopo migliaia di controlli, alcune organizzazioni sono state considerate come agenti stranieri. In un primo momento le autorità chiedevano che si registrassero spontaneamente come tali, cosa che invece nessuno ha fatto. Allora, fra la fine dello scorso anno e l'inizio di questo, hanno deciso che sarebbe stato loro imposto. Le ong colpite hanno contestato in tribunale questi provvedimenti, alcune hanno vinto altre no. Infine, ed è storia recente, una ventina sono iscritte come agenti stranieri. Non sono molte, ma come dopo l'uscita di scena di Krusciov, quando al Kgb c'era Andropov, le persecuzioni investivano decine, centinaia di persone ogni anno, non molte per un paese come l'Urss, ma abbastanza per tenere in mano il paese con la paura. Ora stanno facendo esattamente la stessa cosa".

Quindi alcune organizzazioni di Memorial Russia sono state dichiarate agenti stranieri insieme al Centro per i diritti umani che con i suoi 50 uffici in tutta la Russia difende soprattutto gli immigrati e le libertà civili in Cecenia e nel Caucaso del Nord (nessuna di queste organizzazioni accetta di definirsi come agente straniero). Il Centro di Pietroburgo contro le discriminazioni, attivo soprattutto contro gli zingari è stato costretto a sciogliersi.

"Dalla fine del 2013 l'atmosfera in Russia si è fatta molto pesante proprio a causa degli eventi in Ucraina, un paese in cui operano cinque diverse organizzazioni che fanno capo a Memorial - conclude - la propaganda in televisione ripete 24 ore su 24 che la nuova leadership è fascista e che i russi devono aiutare gli ucraini contro i fascisti: è una situazione che si ripercuote sulle organizzazioni non governative, con opinioni del tutto diverse su quello che accade di cui però è diventato pericoloso parlare".

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