La Banca centrale ha alzato nuovamente, a sorpresa, il tasso di riferimento, s i tratta del sesto rialzo quest'anno. La mossa ha l'obiettivo di arrestare il crollo del rublo e i rischi di inflazione, sullo sfondo delle sanzioni occidentali per la crisi ucraina e del calo del petrolio
La Banca centrale russa ha alzato nuovamente, a sorpresa, il tasso di riferimento dal 10,5% al 17%. Si tratta del sesto rialzo quest'anno. La mossa - spiega l'istituto - ha l'obiettivo di arrestare il crollo del rublo e i rischi di inflazione, sullo sfondo delle sanzioni occidentali per la crisi ucraina e del calo del petrolio.
La Banca centrale ha anche aumentato il tasso repo al 18 per cento dal 11,5 per cento. Inoltre, ha aumentato l'offerta di valuta estera attraverso le aste pronti contro termine a 5 miliardi da 1,5 miliardi dollari e ha deciso di condurre 12 mesi aste forex pronti contro termine su base settimanale. Il rialzo dei tassi potrebbe rivelarsi un punto di svolta nella crisi del rublo 2014, secondo l'economista Neil Shearing, capo mercati emergenti Capital Economics. Il prezzo, però, sarà un ulteriore inasprimento delle condizioni del credito per le famiglie e le imprese e una flessione più profonda dell'economia reale nel 2015.
I rischi per la moneta rimangono: il più noto quello legato al prezzo del petrolio. Ai prezzi attuali, l'economia potrebbe contrarsi del 2 per cento o più l'anno prossimo, secondo l'esperto. La banca centrale ha avvertito che l'economia può flettere di circa il 4,5 per cento l'anno prossimo, se i prezzi del petrolio si attestano a 60 dollari al barile rispetto a una previsione di crescita del Pil pari a zero stimata la scorsa settimana.