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Russiagate, Rick Gates si dichiara colpevole

23 febbraio 2018 | 21.53
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Rick Gates (Afp) - AFP
Rick Gates (Afp) - AFP

"Nonostante il mio iniziale desiderio di difendermi con forza, ho cambiato idea: la realtà è che un lungo processo avrebbe un costo ed il circo mediatico di un processo atteso sarebbe troppo. Aiuterò meglio la mia famiglia uscendo da questo processo". Così Rick Gates, l'ex vice manager della campagna di Donald Trump incriminato da Robert Mueller, ha spiegato a familiari ed amici la decisione di dichiararsi colpevole in una lettera ottenuta da Abcnews.

I media americani anticipano che l'ex socio dell'ex manager della campagna di Trump Paul Manafort, con il quale è stato incriminato dal procuratore speciale del Russiagate di una quarantina di capi d'accusa per riciclaggio e frode bancaria, si dichiarerà colpevole - passo che formalizza la sua collaborazione con gli inquirenti - di fronte ad una corte federale a Washington.

Apparso di fronte al giudice distrettuale, Amy Berman Jackson, Gates si è dichiarato colpevole di aver partecipato al complotto con Manafort per riciclare le decine di milioni di dollari guadagnate facendo lobby per l'Ucraina e di aver dichiarato il falso durante gli interrogatori con la squadra di Mueller.

In cambio della collaborazione, il giudice ha poi archiviato tutti gli altri capi di imputazione che gli erano stati contestati, alcuni solo ieri, da Mueller. Con solo due capi di imputazione rimasti, Gates rischia fino a sei anni di prigione. L'accordo quindi fa pensare che Gates abbia accettato di testimoniare contro Manafort di cui è stato il vice durante i poco più di due mesi in cui il lobbista ha guidato la campagna di Trump.

Anche dopo che Manafort è stato allontanato, proprio perché la stampa rivelò i suoi legami con le forze politiche filorusse a Kiev, Gates continuò a lavorare per la campagna come ufficiale di collegamento con il comitato nazionale repubblicano. Non è però chiaro quanto l'ex numero due della campagna elettorale di Trump, che con questo accordo dovrebbe essere tenuto ad aiutare Mueller su tutti i diversi fronti di indagine, possa fornire informazioni sulla questione al centro del Russiagate, cioè le interferenze russe e gli eventuali contatti con la campagna di Trump.

"Questa incriminazione non ha niente a che vedere con il presidente o la Casa Bianca - ha dichiarato il consigliere della Casa Bianca, Mercedes Schlapp - come voi sapete noi abbiamo collaborato con il procuratore speciale e come vedere non ci sono prove di collusione e di nulla di improprio".

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