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Rutelli al Governo: "Regole stabili per investimenti nel cinema"

25 maggio 2022 | 17.09
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Il presidente dell'Anica: "Si faccia un quadro equilibrato e razionale e lo si mantenga nel tempo". Su Roma sottolinea la necessità che "lasci un segno anche nel contemporaneo". E sulla guerra in Ucraina auspica "pace giusta fra aggressore e aggredito, evitando conseguenze irreparabili per le fonti energetiche e alimentari". Quanto alla politica, "nessun rimpianto per averla lasciata"

Francesco Rutelli
Francesco Rutelli

"Una sola cosa vorrei raccomandare al Governo: dare regole stabili" per il sistema cinema. E' la 'preghiera laica' che rivolge all'Esecutivo Francesco Rutelli, presidente dell'Anica, intervistato dall'AdnKronos nella sede del Palazzo dell'Informazione.'

"In Italia abbiamo sempre il problema legato al fatto che si annunciano continuamente cambiamenti - osserva Rutelli - dalle quote di investimento alle 'finestre' della programmazione, dalle modalità di sostegno al tax credit che - ricorda - introdussi io da ministro della Cultura, per aiutare una dinamica di crescita del mercato non assistita dalla politica, con una sua forza creativa e produttiva e una sua autonomia".

Rutelli chiede allora che "si faccia un quadro equilibrato e razionale di regole e lo si mantenga nel tempo, in modo da consentire che gli investimenti non si trovino davanti a punti interrogativi. Altrimenti - avverte il presidente dell'Anica - gli investimenti anziché arrivare in Italia vanno in altri Paesi con normative più semplici e non soggette a continui cambiamenti".

In ogni caso, per Rutelli, "lo stato di salute delle industrie cinematografiche è ottimo: non c'è mai stata una tale ricchezza di produzioni, di riconoscimento per l'Italia e anche di posti di lavoro". Allo stesso tempo, aggiunge, "la pandemia, in Italia più che in altri Paesi, ha spostato il pubblico nella fruizione sulle piattaforme e su altre fonti alternative rispetto alle sale cinematografiche. In più, abbiamo avuto misure restrittive e tuttora c'è l'obbligo di indossare la mascherina al chiuso, cosa che ad esempio non c'è al Festival di Cannes. Ebbene: sommando tutti questi fattori, i cinema hanno indubbiamente molto sofferto".

Rutelli si dice però "convinto che il pubblico nelle sale tornerà a un livello importante. Quanto alla visione d'insieme, è estremamente interessante: investimenti esteri anche ambiziosi sull'Italia e sulle nostre aziende; propositi di aggregamento delle nostre imprese per aumentarne la dimensione competitiva; abbiamo un'azienda come la Rai e abbiamo Mediaset in ristrutturazione per diventare un gruppo europeo".

Inoltre, "abbiamo nuovi soggetti cui noi abbiamo dato il benvenuto: in Anica sono entrate anche le piattaforme e siamo il primo Paese al mondo, dopo gli Usa, dove Netflix, Prime, Paramount, Disney+, sono entrati nell'associazione rappresentativa dell'intero sistema e abbiamo portato nella casa storica del cinema italiano anche i produttori e gli editori digitali, i creator e gli influencer. E' sicuramente una realtà storica ma in trasformazione", conclude sul tema Rutelli.

Passando alla politica attiva, Rutelli ricorda: "Ho lasciato la politica da ben nove anni... o da appena nove anni: l'ho fatta a lungo, all'opposizione e al governo e anche in posizioni istituzionali. Ho fatto esperienze ricchissime per me, ma non ho rimpianti", assicura Rutelli, dopo essere stato sindaco di Roma, vicepremier, ministro dell'Ambiente e della Cultura e del Turismo.

Sulla guerra in Ucraina, "il tema della pace non può essere disgiunto da quello della 'giustizia', nel senso che non si ha un conflitto fra pari tra Russia e Ucraina ma si registra un'invasione russa in territorio ucraino, ingiustificata e ingiustificabile, dove c'è un aggressore e c'è un aggredito. E l'Italia ha fatto il suo dovere nel partecipare alla coalizione che ha impedito che l'aggressore avesse partita vinta in pochi giorni, determinando conseguenze irreparabili negli equilibri internazionali".

"Ora, però - aggiunge - dobbiamo evitare conseguenze irreparabili a causa degli effetti della guerra e quindi tutto ciò che si può fare per arrestarla, per trovare un punto di sistemazione diventa indispensabile. Le conseguenze dal punto di vista energetico sono ovvie e le conseguenze dal punto di vista alimentare peseranno purtroppo non meno, nei mesi e negli anni a venire, con la stessa globalizzazione a essere messa in discussione. tutto ciò può modificare di molto gli scenari futuri".

In particolare, "per l'Italia che è un Paese che non ha un'autosufficienza energetica, che dipende dalle forniture altrui, che non può certamente sopperire nel giro di pochissimi anni con fonti rinnovabili all'oltre 80% del fabbisogno soddisfatto dai combustibili fossili, il tema della transizione energetica è assolutamente fondamentale e deve diventare un tema importante nell'agenda politica e istituzionale, economica e sociale, riguardando la vita concreta delle persone".

Parlando con Rutelli non può ovviamente mancare il discorso su Roma. "Ho una passione inestinguibile per la mia città", confessa Rutelli che della capitale è stato sindaco dal 1993 al 2001 e che le ha dedicato gli ultimi suoi due libri-guida: 'Tutte le strade partono da Roma' e 'Roma camminando'. "Me ne sono occupato in tutta la mia vita, prima da studente, poi come 'esploratore' delle sue strade e piazze, e infine come amministratore eletto. Posso dire con orgoglio di conoscere anche gli angoli più remoti di Roma - 'rivendica' Rutelli - Il mio libro vuole essere un invito sia ai romani che soprattutto ai non romani di scoprire Roma e le storie che si celano dietro ognuna della sue pietre antiche. Se poi lo si fa a piedi, all'aria aperta, è ancora meglio: ed è un cammino che non finisce mai".

Ma Roma non può essere solo quella del passato... "E' indispensabile che la città lasci il segno anche nell'arte contemporanea - risponde Rutelli - Non dobbiamo assolutamente aver paura di far incontrare l'antichità romana con la moderna architettura: tradiremmo proprio la tradizione di Roma, che la vuole sempre capace di integrazioni e di trasformazioni. Ogni epoca deve lasciare il suo segno", conclude l'ex sindaco della Capitale.

(di Enzo Bonaiuto)

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