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Tabacco: Sacchetto (O.I. Tabacco), innovazione tuteli filiera Ue da 400mila addetti

17 settembre 2015 | 15.00
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Tabacco: Sacchetto (O.I. Tabacco), innovazione tuteli filiera Ue da 400mila addetti

Uno scenario di massiccia conversione del mercato dalla sigaretta tradizionale a quella elettronica che non utilizza il tabacco "avrebbe un effetto devastante sull'occupazione del settore della coltivazione, trasformazione e commercializzazione del tabacco, ed in particolare sul segmento di alta qualità, tipico delle colture italiana ed europea. Si tratta di circa 50milla unità lavorative in Italia e circa 400mila nell'Europa comunitaria". E' quanto ha sottolineato Carlo Sacchetto, segretario dell'Organizzazione interprofessionale del tabacco Italia (O.I.) e della Federazione europea dei trasformatori del tabacco (Fetratab), a margine del Global Tobacco Nicotine Forum, in corso a Bologna.

"Dal punto di vista dei tabacchicoltori, degli operatori coinvolti nella trasformazione e commercializzazione del tabacco, non c'è nessun tipo di interesse nei confronti delle sigarette elettroniche che utilizzano liquidi - ha specificato Sacchetto - questo perché l'unico punto di contatto, tra l'agricoltura e questi prodotti, è, in alcuni casi, la presenza di nicotina, ma la nicotina che viene utilizzata in questi liquidi proviene in larga parte da sintesi chimica e non dall'estrazione dalle piante".

Non solo. "Anche qualora si trattasse di nicotina estratta dalle foglie, non ci sarebbe alcun interesse da parte della filiera europea - ha continuato - perché sarebbe tabacco coltivato come biomassa, con un fortissimo utilizzo di fertilizzanti e in particolare di azoto, seminato e raccolto in modo completamente automatizzato, quindi senza alcun intervento umano". In sostanza, ha sottolineato Sacchetto, "se oggi un ettaro di tabacco riesce a dare occupazione per un range che va da 500 a 2.500 ore di lavoro annuo, a seconda della tipologia coltivata", con una coltura da biomassa "si passa ad un massimo di 7 ore per ettaro".

In sostanza,  secondo Sacchetto, si tratta di prodotti che recidono il collegamento con il modello di filiera produttiva e di trasformazione italiano ed europeo, che ha caratteristiche di "piccola e media impresa e situate in zone senza alternative". "Se vogliamo mantenere un'attività nelle campagne, che sia sostenibile anche a livello sociale - ha ribadito - serve un approccio diverso da quello basato su coltivazioni estensive, che si adattano molto meglio ad aziende agricole tipiche dell'Asia, Nord e Sud America".

Diverso il caso dei nuovi prodotti che utilizzano il tabacco in dispositivi senza combustione. "Questa è una novità molto importante per il segmento a monte della filiera, - ha spiegato Sacchetto - in un mercato che sta giustamente evolvendo verso prodotti meno dannosi per la salute umana, bene prioritario da salvaguardare con una regolamentazione equilibrata ed efficace e non fatta di slogan, prodotti di nuova generazione in cui il tabacco viene riscaldato e non bruciato, ci interessano moltissimo".

"Speriamo dunque che questi prodotti si sviluppino - ha spiegato il segretario dell'O.I. Tabacco Italia - sia perché rispetto alle sigarette elettroniche tradizionali, consentirebbero una prosecuzione della produzione, sia perché ci auguriamo che i requisiti di questo tabacco siano tanto elevati dal punto di vista qualitativo, da rappresentare un'opportunità per un'agricoltura avanzata come quella europea e italiana, in grado di adattarsi velocemente e di conservare una propria competitività, nonostante il forte divario, rispetto agli altri Paesi, in termini di costi, dovuti sia al prezzo dell'energia che del lavoro, per un welfare al quale non vogliamo, certo, rinunciare".

Sul fronte, invece, della regolamentazione che sta in capo ai Governi, all'Ue e all'Oms, "tutti questi soggetti scontano una scarsa conoscenza tecnica del tema che stanno trattando e anche della complessità del rapporto che l'umanità ha socialmente e antropologicamente con il tabacco". "Servirebbe un'analisi molto più approfondita - ha precisato Sacchetto - che rifugga da facili e rapide conclusioni, così come da un approccio da 'Stati balia'". 

Ricordando poi che "storicamente, quando si è cercato di modificare o ridurre la domanda, intervenendo sull'offerta, non si è mai giunti a nulla di buono, se non, nella migliore delle ipotesi, a risultati proibizionistici", Sacchetto ha rivolto un chiaro invito ai regolamentatori: "bisogna fare di più sul fronte della prevenzione, ma anche fornire ai consumatori informazioni chiare e complete sui prodotti in commercio, in maniera tale che possano effettuare le loro scelte nella maniera più consapevole".  

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