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Saitta: ddl Delrio non abolisce province, crea solo confusione

26 marzo 2014 | 16.39
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Saitta: ddl Delrio non abolisce province, crea solo confusione

Roma, 26 mar. (Labitalia) - "Il ddl è assolutamente insufficiente, pieno di contraddizioni, crea solo confusione e incertezza sulle competenze. E non abolisce le Province, che alla fine saranno ancora 107, con meno competenze e funzioni, e più confusione. Cambierà solo il sistema elettorale che diventerà di secondo grado. E poi il ddl non prevede tempi brevi per il passaggio di consegne, e quindi l'idea è che si andrà avanti di proroga in proroga". Così Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino e dell'Upi, Unione delle Province d'Iitalia, commenta, con Labitalia, il ddl Delrio sul quale il governo oggi ha autorizzato la fiducia al Senato.

E Saitta sottolinea anche che "il ddl prevede che nella riorganizzazione delle competenze qualche funzione vada anche alle Regioni, sul futuro delle quali è in atto una discussione; quindi, si danno delle competenze che poi è possibile che torneranno indietro".

Il rammarico, per il presidente dell'Upi, è che il governo non ha preso in considerazione la proposta delle Province. "La nostra proposta prevedeva -spiega- l'accorpamento delle Province e degli uffici periferici dello Stato, le prefetture, e avrebbe permesso di mettere ordine all'organizzazione dello Stato".

E Saitta aggiunge "dei centri per l'impiego per il momento continueranno ad occuparsi alle Province, secondo quanto stabilisce la legge nazionale che li ha istituiti. E' però in atto una discussione se continuare anche dopo il ddl a lasciare queste competenze in capo alle Province o se trasferirle alla competenza nazionale, al ministero del Lavoro. Questa'idea sembra prendere sempre più piede, e quindi ci sarebbe una sorta di ritorno al passato, con i vecchi uffici di collocamento".

Secondo Saitta, un ritorno ai vecchi centri per l'impiego "non credo che sarà un bene, non perchè noi province siamo più brave, ma perchè c'era necessità di migliorare e accrescere i servizi, e non di centralizzarli".

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