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Salini in Vigilanza: "Rivendico autonomia del piano"

16 aprile 2019 | 14.05
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Io credo che il mio operato fino ad oggi si sia svolto in autonomia. Ho rivendicato più volte insieme al consiglio questo piano industriale dentro al quale non è entrato nessuno. La politica la ascolto, la incontro, ma la politica fa la politica e l'amministratore delegato fa l'amministratore delegato". Lo ha detto l'ad Rai, Fabrizio Salini, davanti alla Commissione di Vigilanza Rai durante la seconda puntata dell'audizione. "Su questo piano - ha aggiunto - c'è stato un confronto con tutte le parti, naturalmente con i consiglieri ma anche con i sindacati che sono stati messi al corrente del processo del piano, ma io lo rivendico per la sua autonomia. Avrà dei buchi? Delle falle? Non lo so ma non credo". Ed ha ribadito che "non c'è nessun piano industriale, nessuna riforma, nessun buon proposito che si possa attuare in assenza di certezza risorse". Quanto al "Transformation Office e il capo del Personale saranno due figure distinte. Il primo verrà nominato non appena si avrà il semaforo verde al piano".

ORGANISMO AUTONOMO- "Sono assolutamente d'accordo sulla ipotesi di un organismo autonomo cui affidare la gestione della Rai" ha poi sottolineato Salini replicando a ipotesi avanzate dai commissari su una possibile riforma della Rai.

RAI MOVIE E RAI PREMIUM- Sollecitato a dare chiarimenti sulla scelta di fondere Rai Premium e Rai Movie, Salini ha spiegato che "sparisce il brand Rai Movie ma il cinema non sarà penalizzato. Piuttosto sarà ulteriormente valorizzato. La programmazione cinematografica sarà, infatti, presente sul nuovo canale, su Rai4, su Rai5, sul canale in lingua inglese, sui canali generalisti. E questo corrisponde allo spirito di un piano industriale dove, nel suo insieme, i prodotti si devono andare ad incastrare nel flusso che meglio li può proteggere, difendere e diffondere. Questo è il piano che è alla base dell'integrazione tra Rai Movie e Rai Premium". "Non c'è nessuna penalizzazione del cinema - ha ribadito - Stiamo parlando piuttosto dell'integrazione di due canali. C'è qualcuno, però, che scrive cose inesatte, come il fatto che Rai Movie offrirebbe 5000 titoli l'anno ma questa è una cosa che, anche comprimendo il tempo, risulterebbe un po' difficile. Rai Movie, per fare chiarezza, nel 2018 ha programmato circa 360 titoli unici, quindi circa 1 film al giorno che equivale a un tasso di replica di circa 10-12 volte a titolo". "La fusione, chiamiamola così, dei due canali - ha chiarito ancora - non porterà a un canale di taglio e cucito o a un canale di pentole, senza nulla togliere a questo genere. Saranno semplicemente due canali che si distingueranno come fanno tutti i canali televisivi soprattutto quando operano in un ambito semi-generalista, differenziando cioè il pubblico di riferimento".

"L'obiettivo del piano industriale, infatti, è incrementare l'offerta cinematografica di prodotto italiano. Ricordo poi che noi - ha aggiunto - oltre ai 360 titoli unici offerti nel 2018 su Rai Movie, abbiamo un catalogo a ieri di 1200 titoli unici su Rai Play". Non solo. "Tra le prime scelte fatte da questa amministrazione vi è stata quella di non rinnovare un contratto di output deal con una major americana, vale a dire un contratto per il quale 'io faccio un accordo e tutto il prodotto che quella major produce in un determinato anno arriva sulle nostre reti oppure arriva in Rai indipendentemente dalla programmazione o meno'. Ecco, non averlo rinnovato - ha spiegato - significa che le risorse che fino ad ora abbiamo devoluto a un certo tipo di prodotto, in questo caso d'oltreoceano, saranno invece riversate sull'acquisto di prodotto cinematografico e seriale italiano ed europeo".

FINESTRA SU NOTRE DAME - "Ieri l'Azienda insieme al Tg1 ha deciso di dedicare la prima serata al tragico evento di Parigi e di Notre Dame, senza voler attribuire il merito a nessuno ma ritenendo che sia questo il compito" ha sottolineato l'ad Rai, facendo notare come il Tg1 sia stata "l'unica testata che ha aperto una finestra in prima serata dedicata all'evento". Salini ha rimarcato poi come ieri, "se non ho letto male i dati, Rai1, con lo speciale del Tg1, è stata la rete più vista in prima serata". "Per chi fa questo mestiere - ha aggiunto - alcune scelte sono difficili da prendere quando ci si confronta con un competitor in una serata particolare come quella di ieri (su Canale 5 andava in onda il Grande Fratello, ndr). E ringrazio, quindi, da questo punto di vista ma anche da altri punti di vista, il direttore del Tg1". Ieri l’edizione straordinaria del Tg1 in prima serata, dedicata all’incendio della cattedrale di Notre Dame, è stato il programma più visto della serata con il 17,9% di share e 4.358.000 spettatori.

RADIO - Nella Commissione parlamentare di Vigilanza, Salini ha fotografato la situazione della radio, sollecitato dalle domande dei parlamentari. "Siamo consapevoli di un andamento non propriamente positivo per quanto riguarda gli ascolti radiofonici - ha detto - A tal fine abbiamo anche previsto iniziative editoriali nell'indirizzo del nuovo piano che coinvolgano la radio nella sua capacità multimediale di avere una visibilità e una risonanza maggiore". "Pensiamo ad esempio - ha spiegato - dopo il rifacimento degli studi radiofonici, di portare porzioni di prodotto, di contenuto e di show radiofonico all'interno delle reti generaliste. E sicuramente pensiamo di potenziare quell'offerta all'interno di Rai Play. Non solo, quindi, Rai Play Radio, ma all'interno di Rai Play. La radio in televisione è un vecchio slogan che, però, è sempre più di attualità, perché la parola e la musica sono contenuti che hanno più valore se si riescono anche a visualizzare".

PALINSESTI ESTIVI - "Sui palinsesti estivi non siamo in ritardo. Saranno domani in Cda" ha detto l'ad Rai rispondendo alla domanda della parlamentare di Fratelli d'Italia Daniela Santanché.

CANALE INGLESE - "Per quanto riguarda il canale in lingua inglese sottolineo che il controllo editoriale rimarrà alla capogruppo e quindi anche le nomine di testata e del direttore editoriale saranno effettuate dal Cda della Rai e inoltre l'utilizzo delle risorse pubbliche sarà fatto secondo gli schemi della contabilità separata".

RADIO RADICALE - Sollecitato da Massimiliano Capitanio (Lega) a fornire ragguagli su una eventuale trattativa con Radio Radicale l'ad Rai ha spiegato che "ci sono stati degli incontri con Radio Radicale. Noi siamo assolutamente consapevoli del valore dell'archivio della radio. Abbiamo avuto degli incontri che al momento non hanno portato ad esiti positivi. Ci siamo comunque proposti di incontrarci di nuovo e arrivare magari con delle proposte concrete da parte nostra".

CUMULO CARICHE - "Per quanto riguarda la carica di consiglieri Rai nelle controllate è emerso dagli approfondimenti legali, che il cumulo di cariche nei consigli di amministrazione nei gruppi di impresa è una prassi diffusa" ha fatto presente l'amministratore delegato di Viale Mazzini, sollecitato dalle domande dei commissari della Vigilanza Rai a proposito del doppio incarico di Beatrice Coletti, Giampaolo Rossi (entrambi consiglieri sia di Rai che di Rai Pubblicità), di Igor De Biasio (consigliere Rai e Rai Com) e di Marcello Foa (presidente di Rai e di Rai Com). Leggendo una nota più generale sull'argomento Salini ha evidenziato che tale "pratica è volta a ottimizzare la globale programmazione strategica industriale e finanziaria, garantire un flusso informativo costante dalle controllate alla capogruppo, rimuovere eventuali ostacoli alla circolazione delle informazioni all'interno del Gruppo, condividere conoscenze professionali e manageriali preziose per la gestione del Gruppo, consentire maggiore fluidità della direzione unitaria, beneficiando dei connessi effetti sinergici". Tornando poi specificamente alle designazioni nei consigli di amministrazione di Rai Com e Rai Pubblicità, "il Ministero dell'Economia - ha informato la Vigilanza Salini - si è espressamente pronunciato nel senso di non ravvisare alcun elemento ostativo rispetto alle designazioni, confermando così l'assenza di un presunto divieto della carica di amministratore in due o più società del medesimo gruppo".

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