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Salute: 1 italiano su 4 rischia fuoco di Sant'Antonio, ora c'è vaccino

03 dicembre 2014 | 17.21
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Colpisce una persona su quattro nel corso della propria vita, due casi su tre (70%) sono 'over 50'. E' l'eruzione cutanea causata da virus Herpes zoster o fuoco di Sant'Antonio: non soltanto una patologia cutanea ma la più comune manifestazione neurologica a carattere infettivo dell'età adulta. Il 20-25% dei pazienti colpiti sviluppa poi la complicanza più dolorosa: la nevralgia post erpetica. Un dolore neuropatico che interessa le terminazioni nervose colpite dalla riattivazione del virus e che dura mediamente da 1 a 3 mesi, o nei casi più gravi anche anni. Oggi nelle mani dei medici di medicina generale c'è il primo vaccino contro l'Herpes zoster, autorizzato in Ue e da aprile in Italia, per l'immunizzazione degli over 50.

Un siero in grado di ridurre del 51-70% il rischio di sviluppare la patologia e le complicanze più dolorose. L'importanza della vaccinazione contro questa patologia è stata al centro del workshop promosso a Roma da Sanofi Pasteur Msd. La prevenzione vaccinale "ha dimostrato di essere favorevole anche in termini di risparmio per il Sistema sanitario nazionale - sottolineano gli esperti - Secondo un'analisi costo-efficacia realizzata in Italia, l'intervento vaccinale anti Herpes zoster risulta essere costo-efficace, consentendo una riduzione sia dei costi diretti (visite, terapie, ospedalizzazioni), che dei costi indiretti della previdenza sociale. In Italia i costi ammontano complessivamente a oltre 49 milioni di euro l’anno, considerando sia la gestione del fuoco di Sant’Antonio che della nevralgia post erpetica".

Anche per questo gli specialisti lanciano un appello per inserire il vaccino nel calendario ufficiale delle vaccinazioni del ministero della Salute. "Lo studio Saati in Olanda ha dimostrato che ogni euro investito in immunizzazione ne restituisce quattro - afferma Nicoletta Luppi, amministratore delegato di Sanofi Pasteur - vuol dire liberare risorse per altri settori clinici del Ssn. L'obiettivo per qualsiasi Stato di fronte ad una popolazione che invecchia è mantenerla attiva e in salute - aggiunge - perché può continuare a contribuire. E oggi questo si può fare con i vaccini, una scommessa vincente".

Il vaccino anti Herpes Zoster e' stato approvato all'uso negli adulti over 50 e può essere usato anche in persone che l'hanno già avuto, e a prescindere da un'anamnesi positiva di varicella. E' somministrato con una singola dose per via sottocutanea. "Quando si parla di fuoco di Sant’Antonio è facile pensare che si tratti semplicemente di un'eruzione cutanea - sottolinea Giancarlo Icardi, direttore del Dipartimento di Scienze della salute dell’Università di Genova - che si manifesta con la comparsa di vescicole in corrispondenza dell’area interessata dalla riattivazione virale. In realtà la malattia è espressione di una sofferenza del nervo causata dal virus che, risvegliandosi, provoca un’infiammazione. Il 60-90% dei pazienti prova dolore - osserva l'esperto - durante la fase acuta dell’Herpes zoster, che si risolve solitamente in 2-4 settimane con la guarigione dal rash cutaneo".

"Vaccinare significa prevenire la presenza di condizioni croniche potenzialmente invalidanti - avverte Roberto Bernabei, direttore del Dipartimento di geriatria, neuroscienze e ortopedia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Roma - e comunque ad alto impatto sulla qualità di vita dell’anziano. Per dare un senso all’aumento dell’aspettativa di vita bisogna mettere i cittadini nelle condizioni di realizzare una vita in salute, attiva e indipendente mentre invecchiano. E' importante - aggiunge - richiamare l’attenzione sulla vaccinazione non solo in riferimento all’età pediatrica, ma anche all’età adulta-anziana, rispetto alla quale purtroppo la vaccinazione non è considerata un intervento sanitario di routine e risulta fortemente sottoutilizzata”.

“Garantire la qualità della vita dei pazienti e' questo il nostro obiettivo - sollecita Tommasa Maio, responsabile Vaccinazione della Federazione italiana dei medici di medicina generale - partendo dalla riduzione del dolore, oltre alla necessità di tenere sotto controllo le infezioni cutanee per evitare il rischio di sovrainfezioni batteriche. I farmaci utilizzati - antivirali, antinfiammatori e analgesici – sono parzialmente efficaci - sottolinea Maio - nell’eliminazione del dolore in tempi brevi e, soprattutto, possono essere gravati da pesanti effetti collaterali, particolarmente significativi per quei pazienti che utilizzano già altri farmaci per patologie croniche concomitanti”.

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