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Salute: 3 europei su 4 conoscono omeopatia, 29% si cura cosi' (2)

29 aprile 2014 | 14.23
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(Adnkronos Salute) - "Da diverso tempo l'Unione europea chiede all’Italia di adeguarsi alla normativa e di sottoporre i prodotti omoeopatici a una registrazione e valutazione simile a quella dei farmaci tradizionali attraverso procedure stabilite dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ma l’Italia continua a rinviare", ricorda Echamp, che da sempre si impegna per allineare tutti gli Stati membri in materia di regolamentazione e commercializzazione. "Il ritardo normativo potrebbe ripercuotersi sulle 30 aziende nostrane che operano nel settore (in Lombardia, Liguria, Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Lazio, Campania e Sicilia)".

"Nel 2016 alcuni farmaci se non registrati potrebbero sparire dal mercato, con gravi conseguenze per le imprese stesse - continua Panni - In omeopatia esistono almeno 3mila sostanze nel repertorio medico. Se dovessimo produrre con un preavviso strettissimo un dossier tecnico scientifico dettagliato per ciascuna di queste 3mila sostanze saremo automaticamente decimati". Ad impedire alla direttiva europea del 2006 di essere recepita non solo sulla carta, sarebbe la questione delle tariffe di registrazione e rinnovo "troppo elevate per le aziende omeopatiche italiane: 80 milioni di euro il costo stimato in difetto, dopo il decreto Balduzzi, con un’incidenza sul fatturato annuale pari al 48,4%. Tra il 2012 e il 2013, la tassa per la registrazione è aumentata ben 766 passando da 31 euro a 23mila", si legge in una nota.

Ma anche "parametri per la valutazione, richiesti dall’Aifa, insensati per i prodotti omeopatici ai quali è impossibile applicare le stesse regole imposte dalla chimica di sintesi. Da qui l'esigenza di un confronto con le istituzioni per affrontare le problematiche della regolamentazione del settore in Italia". Nell'incontro sono stati messe in luce "le iniziative messe in atto da alcune Regioni virtuose": Lombardia, Toscana, Lazio ed Emilia Romagna. Accanto ad esse, l'associazione ricorda che la Federazione degli Ordini dei Medici "già nel 2002 si pronunciava elevando le due discipline ad atto medico, e molte facoltà di Medicina e Chirurgia che dedicano corsi e master all'omeopatia e alla medicina antroposofica per consentire alle future generazioni di medici di avere una formazione adeguata sul tema".

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