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Salute: Asl Milano, gioco d'azzardo problematico per 4-6 mila cittadini

25 febbraio 2014 | 16.25
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Milano, 25 feb. (Adnkronos Salute) - Giocano d'azzardo e confessano che per loro la posta in gioco cresce costantemente, il denaro 'investito' è più dell'anno scorso e, se non potessero più giocare, starebbero male. In alcuni casi, più di 100 euro al mese se ne vanno in slot machines, lotterie istantanee, lotto, superenalotto, scommesse sportive e così via. A Milano le persone che rientrano nell'identikit e mostrano almeno due di queste caratteristiche sono tra 4 mila e 6 mila. La stima è dell'Asl della metropoli e si basa su una proiezione sulla popolazione generale del risultato di un'indagine condotta su 3 mila persone di età fra i 14 e i 64 anni.

Lo studio è stato realizzato dall'Osservatorio del Dipartimento dipendenze dell'Asl milanese in collaborazione con Emg-Marketing & Opinion Research, ed è stato presentato oggi durante un convegno sulla diffusione del consumo di sostanze psicoattive, lecite e illecite, nella popolazione della città. Dalla survey emerge che quasi l'1% del campione ammette di rientrare in almeno due delle descrizioni proposte (gioco più denaro dell'anno scorso, se non potessi più giocare ci starei male, spendo più di 100 euro al mese), risposte affermative a situazioni che potrebbero connotare gioco patologico. Si tratta di persone, precisa Riccardo Gatti, direttore del Dipartimento dipendenze dell'Asl di Milano, "che rivelano un possibile gioco d'azzardo problematico. Il numero di chi gioca in modi che sono eccessivi risulta alto - osserva lo specialista - Considerando che la pressione al gioco è molto forte, è possibile che molte di queste persone siano coinvolte in situazioni di vera e propria dipendenza patologica".

E anche se 'gioco problematico' non equivale a patologia, le dipendenze patologiche non da sostanze - si legge nel materiale diffuso dall'Asl - stanno assumendo una rilevanza almeno pari a quella da sostanze. Dall'indagine, che si basa su questionari autosomministrati, risulta che il 3,20% degli intervistati dichiara di giocare più denaro dell'anno scorso, il 4,80% confessa che ci starebbe male se non potesse più giocare, e lo 0,9% spende più di 100 euro al mese. I dati vanno letti come un segnale, sottolinea Gatti. "Chi mostra situazioni patologiche oggi ha cominciato a giocare prima del boom. Chi sta sviluppando dei problemi adesso verrà allo scoperto più in là nel tempo". L'Asl si aspetta dunque che il problema emergerà nel tempo in maniera più consistente. Un aspetto che "pone il problema di come affrontare l'impatto sui servizi".

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