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Salute: Cnr, in 4 aree inquinate da arsenico cancerogeni in popolazione

08 maggio 2014 | 13.14
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Roma, 8 mag. (Adnkronos Salute) - Sul Monte Amiata, nel Viterbese, ma anche a Taranto e a Gela la contaminazione da arsenico ha lasciato tracce nell'organismo di parte della popolazione. Uno studio coordinato dai ricercatori dell'Ifc-Cnr ha identificato infatti la presenza di sostanze, anche cancerogene, nei soggetti indagati. I risultati completi saranno presentati domani in un convegno, e pubblicati online su 'Epidemiologia & Prevenzione'. "Abbiamo stabilito - spiega all'Adnkronos Salute Fabrizio Bianchi, responsabile dell'Ifc-Cnr - che c'è l'arsenico e ci sono tracce di esposizione in una parte della popolazione. In che modo poi questo si rifletta sulla salute è da determinare. Ma è possibile che gli eccessi di mortalità e morbosità già rilevati in queste aree siano legate anche all'arsenico".

Il Progetto 'Sepias - Sorveglianza epidemiologica in aree interessate da inquinamento ambientale da arsenico di origine naturale o antropica', del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie del ministero della Salute, coordinato dall'Istituto di fisiologia clinica del Cnr, ha riguardato 282 residenti, tutti adulti, in aree del Monte Amiata, nel Viterbese, a Taranto e Gela. "Nelle urine dei soggetti controllati abbiamo misurato il contenuto di diverse specie organiche e inorganiche di arsenico, alcune delle quali sono riconosciute cancerogene certe per l'uomo", riferisce Bianchi. "Sono stati misurati inoltre parametri di rischio cardiovascolare mediante ecodoppler carotideo e cardiaco e, nel sangue, numerosi biomarcatori di suscettibilità genetica, di danno al Dna, di effetto precoce".

Ad ogni partecipante, inoltre, è stato sottoposto un questionario. Dallo studio emergono numerose informazioni di carattere scientifico e sanitario. "Le quattro aree risultano caratterizzate diversamente per distribuzione e tipologia di arsenico assorbito dai partecipanti al biomonitoraggio e anche per alcune caratteristiche genetiche", prosegue Bianchi. "Per quanto riguarda l'arsenico inorganico sono stati osservati valori medi di concentrazione elevati, sulla base di quelli di riferimento nazionali e internazionali per il biomonitoraggio umano, in un soggetto su quattro sul totale, ma con rilevanti differenze: 40% Gela, 30% Taranto, 15% Viterbese, 12% Amiata. Questi dati, da usare con cautela in considerazione dei piccoli campioni, non sono marcatori di malattia ma testimoniano l'avvenuta esposizione". (segue)

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