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Salute delle ossa più a rischio con cancro seno e prostata

14 settembre 2022 | 08.48
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Salute delle ossa più a rischio con cancro seno e prostata

La terapia adiuvante antiestrogenica per la cura dei tumori di seno e prostata espone a un maggior rischio di fratture ossee spontanee, tra il 9 e il 14%. Prevenire questo aumento è fondamentale, dal momento che sono coinvolte 7 donne su 10 con tumore del seno positivo ai recettori ormonali e 8 uomini su 10 con tumore della prostata. Con questo obiettivo è nato Predict & Prevent, un programma che velocizza la presa in carico delle pazienti a rischio, grazie a un approccio sinergico, già in fase iniziale, dell’oncologo e del ‘Bone Specialist’, l’esperto dell’osso. Se necessario, la paziente viene avviata a percorsi terapeutici oncologici e di prevenzione primaria per la salute scheletrica con la prescrizione di farmaci specifici. Tutto questo entro 90 giorni dalla visita iniziale.

A distanza di 12 mesi dall’inizio del programma, 4 centri su 10 (Sacro Cuore Don Calabria, Negrar; Fondazione Poliambulanza di Brescia; San Martino, Genova; Ospedale Antonio Caldarelli, Napoli) hanno già messo a disposizione i loro dati: l’85% delle pazienti incluse nel programma è stato inviato entro trenta giorni dall’inizio della terapia alla valutazione della ‘Bone Health’ e il 61% ha iniziato una terapia specifica antiriassorbimento osseo entro 90 giorni, con sensibili benefici sulla tempestività della cura e sulla salute della donna. I dati sono stati presentati alla prima edizione de “Le Giornate scientifiche: La salute dell’osso” di Ropi, che si sono svolte a Roma il 9-10 settembre.

Al convegno si è parlato anche di metastasi ossee e delle cure oggi disponibili per evitare le complicanze scheletriche, con la presentazione dei risultati del Progetto Engage, ricavati da un questionario che Ropi ha rivolto a pazienti con metastasi ossee da carcinoma della mammella e della prostata. Risultati positivi: oltre il 70% dei pazienti ritiene di essere stato adeguatamente informato sulle problematiche relative alle metastasi ossee e l’88% vuole essere coinvolto nei processi decisionali terapeutici.

“Predict & Prevent nasce dal bisogno di fare cultura tra i professionisti in ambito di salute dell’osso nelle donne con carcinoma mammario ormonoresponsivo in fase precoce che iniziano una terapia adiuvante antiestrogenica – spiega Stefania Gori, presidente Rete oncologica pazienti Italia (Ropi) e direttore Oncologia medica Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Valpolicella –. La riduzione dei livelli estrogenici modifica infatti la qualità dell’osso che diventa più fragile e quindi più soggetto a fratture spontanee. Poiché esistono farmaci che possono evitare queste fratture ma solo il 25% delle pazienti li riceve, con questo progetto si prevede un percorso di formazione per professionisti sanitari, materiale informativo per le pazienti, un modello gestionale (solitamente il gruppo multidisciplinare sul carcinoma mammario) e una valutazione dei risultati a 12 mesi. Risultati che sono stati sorprendenti: dopo l’applicazione del modello Predict & Prevent ben il 61% delle pazienti con carcinoma mammario in terapia adiuvante con antiestrogeni iniziava anche una terapia protettiva per l’osso”.

"Il controllo anche farmacologico del metabolismo cellulare dell’osso dalle prime fasi della malattia neoplastica permette di preservare l’integrità meccanica dello scheletro ma soprattutto riduce la possibilità che diventi complice e bersaglio della neoplasia", sottolinea Francesco Bertoldo, unità di Osteoncologia, Università di Verona, azienda ospedaliera universitaria integrata.

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