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Salute, ginecologhe: "Dal ciclo alla menopausa, omeopatia amica delle donne"

12 dicembre 2019 | 13.05
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Dall'adolescenza all'età matura, gli ormoni sono senza dubbio i più 'fedeli' compagni di viaggio delle donne, fastidiosi o amichevoli che siano. Dal primo ciclo mestruale alla gravidanza fino alla menopausa, sintomi, disturbi e patologie 'pesano' sulla vita quotidiana di ogni donna, e per ciascuna in modo diverso. Dunque non a tutte può essere prescritta la stessa cura, non tutte ne possono beneficiare allo stesso modo e per alcune quella stessa cura è 'vietata' perché rischiosa. Perché non dare alle donne, nessuna esclusa, una possibilità in più, integrando la medicina tradizionale con altre medicine per trovare il trattamento a lei più adatto? "Perché no? Provare per credere", scandiscono convinte Barbara Bianchini e Stefania Piloni, ginecologhe milanesi che da anni, alla loro specializzazione in ginecologia, hanno aggiunto altri strumenti di cura come l'omeopatia.

"La donna si trova a vivere non solo alcune patologie come tutti - spiega Bianchini, ginecologa specialista in omeopatia e agopuntura - ma anche diverse fasi della vita caratterizzate da sintomi fastidiosi e disturbi che alterano la sua vita, come quelli in adolescenza, in gravidanza o ancora più in menopausa. Ci sono poi donne, come quelle colpite da tumore al seno - una su otto in Italia - che vengono mandate in menopausa con terapie ad hoc, con tutti i sintomi del climaterio che ne conseguono e che non possono assumere terapie ormonali sostitutive". O ancora: "Donne che non possono utilizzare la pillola contraccettiva - aggiunge Piloni, ginecologa e docente di Medicina complementare all'università degli Studi di Milano - perché hanno cisti ovariche, endometriosi o problemi della coagulazione del sangue per cui rischierebbero un trombosi".

Oppure "ragazze, molto giovani, magari 12enni, con problemi di acne, di ovaio policistico o irregolarità dei cicli mestruali alle quali il medico spesso prescrive la pillola contraccettiva. In casi del genere - osserva Piloni - ci si chiede se è il caso di dare la pillola a una quasi bambina oppure se possiamo trattarla in un altro modo. E' proprio questo il bello delle medicine naturali: poter scegliere l'altro modo, ma la cosa ancora più bella è poter scegliere i due modi insieme, integrandoli. L'omeopatia in ginecologia - prosegue - è molto utile perché è una medicina di risorsa per l'organo: pensiamo a tutte le volte in cui l'ovaio non dà le mestruazioni regolari. Cosa farebbe una pillola contraccettiva verso un ovaio pigro? Lo metterebbe a 'dormire' per tutti i mesi, perché la pillola non fa ovulare. Questo - afferma - è uno schema che in medicina non esiste, perché se un organo è pigro non lo devo addormentare, ma portarlo a lavorare: ebbene l'omeopatia porta l'ovaio 'disattento' a riattivarsi per arrivare a una mestruazione ogni 28 giorni e una ovulazione al 14esimo".

In questo modo non si attua "una schizofrenia medica in cui lo specialista separa una medicina dall'altra scegliendone solo una, ma si arriva a una integrazione in cui le medicine naturali affiancano quella tradizionale", precisa Piloni. "L'omeopatia è infatti uno strumento in più che il medico ha nel cassetto del suo ambulatorio - le fa eco Bianchini - Per questo è sbagliato chiamarla medicina alternativa, perché di alternativo non c'è nulla. Si offre alla donna un trattamento a tutto tondo che cura la persona e soprattutto la sua tendenza ad ammalarsi spesso di una certa patologia".

Un problema 'classico' delle donne, infatti, sono proprio le infezioni che ritornano. "Ad esempio una cistite di cui non ci si riesce a liberare - riferisce Piloni - quella che, nonostante una cura antibiotica, magari a distanza di un mese e mezzo e tipicamente dopo un rapporto sessuale, ritorna; oppure la candida, già curata con gli antibiotici che, come raccontano tantissime donne, 'ormai sono diventati acqua fresca'. Questo accade - spiega la ginecologa - perché la parte immunologica, e l'intestino stesso, non risponde più e non si protegge più". In questi casi "l'omeopatia - sottolinea Bianchini - è di ausilio perché cura la tendenza di quella persona ad ammalarsi sempre nello stesso modo, trattando il 'terreno' di quella donna, riducendo così le recidive oltre che la sintomatologia".

"L'omeopatia infatti - chiarisce Piloni - attinge alla risorsa naturale, ovvero fa in modo che il corpo trovi la strada per rispondere da sé, in altre parole 'non ti presto la soluzione, non ti regalo l'ormone, l'antibiotico o l'antimicotico, ma faccio in modo che il tuo corpo trovi la strada per rispondere a quel disturbo o a quel problema, io ti aiuterò a darmi questo tipo di risposta'. E i risultati arrivano: le infezioni si diradano fino a scomparire".

Quanto ai disturbi della menopausa che possono essere trattati con l'omeopatia, ci sono ad esempio "le cosiddette vampate (presenti nell'85% delle donne) o le alterazioni dell'umore quali sindromi ansiose o depressive. Per queste ultime - spiega ancora Bianchini - la terapia tradizionale usa lo stesso farmaco, in genere un antidepressivo o un ansiolitico, per trattare lo stesso sintomo in persone diverse. Il sintomo viene eliminato, ma non viene curata la persona. L'omeopatia permette invece di dare medicinali differenti per curare lo stesso sintomo in persone diverse, che arrivano da storie e vissuti diversi".

Infine la gravidanza, che "non è malattia, ma una fase importante della vita delle donne", premette Bianchini. Un periodo che "alcune affrontano bene e addirittura stanno meglio, altre invece vivono con una serie di disturbi, come quelli del sonno o dell'umore, infezioni vaginali ricorrenti per le quali lo spettro di antibiotici utilizzabile è assai limitato, o anche la nausea gravidica che colpisce una donna su quattro. Per tutto questo - sottolinea la ginecologa - abbiamo tanti farmaci a disposizione ma non sono tanti quelli utilizzabili a causa dei loro effetti teratogeni sul feto, come il rischio di malformazioni, o perché non ne sono stati studiati gli effetti in gravidanza. L'omeopatia in questo caso è dunque di grande ausilio perché permette di trattare con medicinali a basse diluizioni sia la sola sintomatologia (per esempio la nausea dei primi mesi), sia tutti i disturbi (dal sonno all'umore) che accompagnano i nove mesi di gestazione".

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