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Salute: Giordano, troppi interessi su Terra fuochi, c'e' chi specula

30 aprile 2014 | 11.51
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Roma, 30 apr. (Adnkronos Salute) - "C'è il rischio di trasformare la Terra dei fuochi in una grande torta di cui tutti vogliono un pezzo". E' l'allarme lanciato da Antonio Giordano, scienziato napoletano da tanti anni negli Usa, dove dirige lo Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine e il Centro di biotecnologia del College of Science and Technology, Temple University di Philadelfia. Giordano è stato tra i primi nel 2008 a studiare il legame tra i tumori della popolazione della Terra dei fuochi e l'inquinamento prodotto dai roghi dei rifiuti, lanciando poi l'allarme sul grave rischio.

Pochi giorni fa la rivista 'Nature' in un editoriale intitolato 'Un'eredità tossica', ha acceso i i riflettori sull'emergenza rifiuti nell'area fra Napoli e Caserta, proponendo di trasformare questa zona in un laboratorio a cielo aperto per un programma di ricerca e biomonitoraggio con i fondi che la Commissione europea ha stanziato per la regione. "Non c'è nulla di male sulla proposta dei fondi Ue - chiarisce Giordano all'Adnkronos Salute - però non si deve puntare a risolvere l'emergenza, ma a cambiare veramente le cose. Questo si può fare se c'è il coinvolgimento delle tante professionalità che negli anni hanno denunciato e combattuto il disastro della Terra dei fuochi".

"Tutti dovrebbero ricordarsi delle parole del presidente Napolitano - aggiunge Giordano - che parlando dell'emergenza della Terra dei fuochi ha ringraziato esplicitamente chi ha fatto ricerca indipendente e lavorato da anni su questa problematica. Ora quello che ha scritto e cerca di promuove 'Nature' appare come una presa d'atto tardiva di ciò che è accaduto. L'Italia è un paese strano - chiosa l'esperto - quando esplodono casi come Stamina o la Terra dei fuochi si dà visibilità non a chi da sempre si è battuto per la verità, ma a persone che poco o nulla hanno fatto sul territorio. Così facendo - conclude - corriamo un grosso rischio, di creare una conflittualità e prestare il fianco al gioco delle lobby". (segue)

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