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Alimenti scaduti e scongelati male, le tavole 'horror' degli anziani

04 agosto 2015 | 13.25
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FOGAROLO/INFOPHOTO - PRISMA
FOGAROLO/INFOPHOTO - PRISMA

Alimenti scaduti, pietanze scongelate male, una dieta troppo ricca di grassi e zuccheri. Sbadati sull'igiene nella preparazione dei piatti, poco e male informati sulle giuste pratiche. E' la tavola 'horror' degli anziani italiani, che con il caldo diventa un rischio per la salute. Le intossicazioni alimentari, infatti, possono colpire più facilmente le persone in là con gli anni perché più vulnerabili rispetto alla popolazione generale. Inoltre, le scelte alimentari dei nostri 'nonni' non brillano per equilibrio e sicurezza degli alimenti: circa uno su tre ritiene di non nutrirsi in maniera equilibrata o comunque ritiene di mangiare troppo. In aggiunta, sempre uno su tre (il 33,8%) riferisce di mangiare cibo scaduto, anche più di una volta al mese.

Sono solo alcuni dei risultati dell'analisi condotta dai ricercatori dell'Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma, coordinata da Patrizia Laurenti, professore associato presso l'Istituto di sanità pubblica-sezione igiene, e da Francesco Landi del Dipartimento di geriatria, neuroscienze e ortopedia. L'indagine è stata presentata a Roma in occasione della Giornata per la ricerca 2015 della Cattolica.

La ricerca ha coinvolto circa 200 anziani (età media 74 anni) frequentanti l'Ambulatorio di geriatria, il Centro fitness oppure ricoverati presso il Reparto di ortogeriatria, presso il Centro di medicina dell'invecchiamento (Cemi) del Gemelli. Scopo dell'indagine: studiare se fattori economici, etici, socio-culturali possano incidere sul rischio di un'alimentazione non sicura, sia dal punto di vista nutrizionale sia igienico-sanitario.

E' emerso che il 90% circa degli intervistati assume ogni giorno frutta e verdura e che il 18% consuma pesce raramente. Il 40% riferisce che sta cercando di perdere peso e l'85% afferma di essere disposto a restrizioni alimentari per la propria salute. Il 30% dichiara di ricevere informazioni sulla corretta alimentazione dalla televisione, da giornali e da Internet, il 35% da medici specialisti cui si sono rivolti per motivi di salute, mentre solo il 15% dal medico di famiglia. "Questo risultato evidenzia la necessità di una valorizzazione del medico di famiglia anche per la posizione privilegiata che occupa, rappresentando il primo contatto dell'anziano con il Servizio sanitario nazionale e quindi il primo riferimento per la trasmissione di corrette conoscenze su un'alimentazione sicura", afferma Laurenti.

La crisi economica influisce sulle scelte al supermercato. Quasi tutti gli anziani intervistati ritengono che la qualità dell'alimentazione sia importante, ma non tutti sono disposti a spendere di più per acquistare prodotti più sicuri (sicuro vuol dire controllato, acquistato in negozi o supermercati autorizzati o non in strada o in spiaggia ad esempio, anche da liberi venditori). Ciò costituisce un riflesso della crisi economica di cui anche gli anziani sono vittime potenziali.

Il tema della sicurezza alimentare è importantissimo nell'anziano, basti pensare che il rischio totale di infezioni e la loro letalità è più elevato tra gli over 85 - sottolinea l'indagine - e ciò vale anche per le tossinfezioni alimentari, a causa del fisiologico indebolimento delle difese immunitarie, nonché di concomitanti patologie croniche, di 'malnutrizione', immobilità e altri fattori. Per esempio, in caso di ricovero per gastroenterite è stato stimato un rischio di morte 33 volte superiore negli anziani rispetto alla fascia di età 20-49 anni. Dall'indagine è emerso che il 70% degli anziani intervistati ha dichiarato di possedere un titolo di studio superiore-universitario e il 50% circa ha svolto o svolge attività lavorativa di tipo impiegatizio o dirigenziale.

L'indagine alza il velo sulle norme igieniche basilari nella preparazione dei piatti, poco seguite dagli anziani. Una percentuale variabile tra il 10% e il 30% non rispetta tutte le principali norme igieniche nella preparazione dei cibi (scongelamento a temperatura di frigorifero, lavaggio delle mani dopo aver manipolato cibi crudi o sgusciato uova, lavaggio delle superfici di contatto, lavaggio di frutta e verdura). Nello specifico, ben un intervistato su due (50%) dichiara di scongelare i cibi a temperatura ambiente prima della preparazione, esponendosi a rischi di intossicazioni che possono potenzialmente derivare da moltiplicazioni batteriche favorite dalla temperatura ambientale, particolarmente elevata nella stagione estiva.

"Questo quadro mette in evidenza margini di miglioramento sia per quanto riguarda la sicurezza nutrizionale che per quella alimentare, e grandi potenzialità si intravedono nel coinvolgimento dei medici di famiglia e dei caregivers attraverso azioni di educazione e sensibilizzazione", avvertono i ricercatori.

"La salute degli anziani è infatti un obiettivo prioritario per la sanità pubblica del nostro Paese, consentendo anche il risparmio di risorse per le cure, e passa attraverso una responsabilizzazione consapevole degli anziani stessi. Supportati dai medici di famiglia e dalle persone e dai professionisti che se ne prendono cura (ad esempio le badanti o i familiari) - concludono i coordinatori della ricerca, Laurenti e Landi - gli anziani hanno tutti gli strumenti per far proprie le più semplici norme di igiene degli alimenti e per seguire un'alimentazione equilibrata".

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