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Il senso dell'orientamento è 'maschio'. Merito del testosterone

07 dicembre 2015 | 13.23
LETTURA: 5 minuti

(foto Ntnu)
(foto Ntnu)

Che gli uomini si orientino meglio delle donne è un cliché confermato dalla scienza. Ora per la prima volta alcuni scienziati norvegesi hanno correlato questa abilità maschile agli ormoni sessuali . Verificato che il gentil sesso si orienta peggio dentro un labirinto, i ricercatori della Norwegian University of Science and Technology (Ntnu) di Trondheim hanno somministrato una goccia di testosterone alle donne osservando che le loro performance miglioravano. Usando la risonanza magnetica funzionale (fMri), il team ha visto che gli uomini usavano di più i punti cardinali e differenti parti del cervello rispetto alle donne. "Il senso dell'orientamento dei maschi è più efficace. Semplicemente, riescono a raggiungere la meta più velocemente", spiega Carl Pintzka, tra gli autori dello studio.

Gli scienziati hanno dotato 18 uomini e altrettante donne di occhialini e joystick, dando loro una serie di compiti all'interno di un labirinto virtuale (per esempio trovare un'auto gialla partendo da punti diversi). I partecipanti avevano 30 secondi per portare a termine ciascuna delle 45 abilità richieste, mentre le immagini dei loro cervelli al lavoro venivano registrate dalla risonanza magnetica. Gli uomini hanno risolto il 50% di compiti in più rispetto alle donne e i 2 sessi hanno dimostrato diverse strategie di orientamento. I maschi usano in misura maggiore i punti cardinali che, secondo lo studio, sono più efficienti perché maggiormente flessibili e meno dipendenti dal punto di partenza. "Per raggiungere un edificio, per esempio, gli uomini si dirigono genericamente verso la direzione in cui si trova. Le donne invece tendono a orientarsi strada facendo, per esempio 'dritto superando il parrucchiere e poi a destra dopo il negozio'", afferma Pintzka.

Cambiano anche le aree del cervello usate: i maschi tendono a sfruttare di più l'ippocampo, mentre le donne le zone frontali. "Questo è in sintonia con il fatto che l'ippocampo serve per i punti cardinali", osserva l'esperto che poi spiega i risultati in termini evoluzionistici. "Nell'antichità, gli uomini erano cacciatori e le donne raccoglitrici. Pertanto, i nostri cervelli probabilmente si sono evoluti in modo differente. Per esempio, altre ricerche hanno documentato che le donne riescono meglio degli uomini a trovare localmente gli oggetti. In termini semplici, sono più veloci a scovare le cose in casa, mentre i maschi riescono meglio a trovare la casa" .

La seconda parte dello studio ha coinvolto 42 donne (diverse da quelle del primo gruppo), somministrando alla metà di loro una goccia di testosterone sotto la lingua e alle altre un placebo. Dopodiché gli scienziati hanno dato loro occhialini e joystick e la lista delle 45 abilità da affrontare. "Speravamo sarebbero state in grado di risolvere più compiti, ma non è stato così - racconta Pintzka - Tuttavia, è migliorata la conoscenza della struttura del labirinto e hanno usato di più l'ippocampo".

Perdere il senso dell'orientamento è anche uno dei primi sintomi dell'Alzheimer, ricordano gli esperti. "Quasi tutte le malattie legate al cervello sono diverse negli uomini e nelle donne, sia nel numero di individui colpiti, sia nella severità. Probabilmente c'è qualcosa che protegge o danneggia le persone di un sesso. Poiché sappiamo che le donne con diagnosi di Alzheimer sono il doppio rispetto agli uomini, ci potrebbe essere qualcosa di nocivo legato agli ormoni sessuali", afferma lo specialista.

La speranza è che la comprensione di come uomini e donne usano le diverse aree cerebrali e le differenti strategie per spostarsi nello spazio permetta ai ricercatori di migliorare la comprensione dello sviluppo della malattia, e di attuare strategie di difesa per le persone già colpite.

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