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Metà della popolazione portatrice di 'geni gay', l'ipotesi di un professore georgiano

14 aprile 2016 | 18.42
LETTURA: 2 minuti

Immagine di repertorio (Fotogramma) - Fotogramma
Immagine di repertorio (Fotogramma) - Fotogramma

Circa la metà della popolazione mondiale, inclusi uomini e donne etero, potrebbe essere portatrice di 'geni gay', che continuano a essere trasmessi nel corso delle generazioni, e questo nonostante la tendenza degli omosessuali a non avere figli. Lo suggerisce uno studio condotto da Giorgi Chaladze dell'Ilia State University di Tbilisi (Georgia), che ha usato un modello computazionale per indagare sull'influenza dei geni e sull'ereditarietà dell'omosessualità, e sulla sua presenza nel corso della storia umana in tutte le culture.

Ebbene, per il ricercatore le sorelle di uomini gay tendono ad avere più figli, e proprio questo aiuterebbe a spiegare la persistenza dell'omosessualità nella popolazione. Inoltre, anche gli uomini etero sarebbero portatori dei geni che predispongono all'omosessualità, si legge sull''Independent'. I calcoli di Chalazde sono pubblicati sugli 'Archives of Sexual Behaviour'. Secondo questo studio, l'omosessualità maschile si mantiene nella popolazione "a frequenze basse e stabili" solo se la metà degli uomini e un po' più della metà delle donne sono portatori di geni che predispongono all'omosessualità maschile.

"Il trend dei componenti femminili delle famiglie dei maschi gay ad avere più figli" rispetto alla media "può aiutare a spiegare la persistenza dell'omosessualità, se consideriamo anche che gli uomini con questi geni non sono sempre omosessuali", conclude.

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