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Salute: rinite allergica 'ladra' di produttività, in Italia costa 7,3 mld

22 aprile 2016 | 15.13
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Tormenta indistintamente dai colletti bianchi ai contadini, inficiando l'attività di chi lavora all'aria aperta e di chi passa ore alla scrivania davanti al pc. E' la rinite allergica uno dei nemici della produttività da temere. Naso che cola, congestione, occhi arrossati e starnuti sono un guaio anche per il Pil, assicurano gli esperti. Un'indagine condotta da Gfk Eurisko per Meda Pharma, presentata oggi a Milano, quantifica l'impatto della patologia sulla vita lavorativa degli oltre 6 milioni di italiani che dichiarano di soffrirne.

Il 14% riferisce di aver perso dei giorni di lavoro a causa della rinite e "all'assenteismo si affianca anche un altro fenomeno, il 'presenteismo' - spiega Stefania Fregosi, direttore delle Ricerche quantitative del Dipartimento Healthcare di Gfk Eurisko - I pazienti intervistati ci raccontano di non essere riusciti a dare il massimo nel lavoro o nello studio per 7,8 giorni in media nell'ultimo mese".

Mettendo in conto tutti questi fattori, in termini socio-economici la letteratura scientifica registra che la rinite e le patologie ad essa correlate costano ben 7,3 miliardi di euro l'anno solo in Italia e l'impatto complessivo della perdita di produttività legata al disturbo risulta maggiore rispetto a quello di asma, malattie coronariche, diabete, ipertensione e malattie respiratorie sommate tra loro.

In generale, fra le attività compromesse il 40% degli intervistati segnala la difficoltà a stare all'aria aperta, il 24% l'attività fisica, il 32% dichiara che i sintomi rendono impossibile dormire bene. E le notti difficili insidiano la performance diurne e pesano così soprattutto su chi ha un impiego che richiede particolare concentrazione (per esempio i conducenti di mezzi di trasporto).

"Auspico un maggiore interesse anche a livello politico, ma sono scettico perché la rinite allergica resta una malattia negletta. Un nemico sottovalutato", avverte Giorgio Walter Canonica, presidente della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic). "Oggi - fa notare - il Ssn non rimborsa tutti i farmaci. Per esempio gli steroidi nasali non sono in fascia A, se non in Toscana". E le persone molte volte "non arrivano neanche all'identificazione della causa della loro allergia, e ancora più spesso non si curano adeguatamente".

Eppure, sottolinea l'esperto, "i dati dovrebbero preoccupare, se le proiezioni al 2020 prevedono che sarà allergico addirittura un adolescente su 2. Un impatto enorme, anche da un punto di vista socio-economico, in termini di produttività persa, di giorni di lavoro o di studio bruciati. Basti pensare che in Svezia è stato calcolato che, se si riuscisse a risparmiare un giorno all'anno per ogni paziente con rinite allergica, si guadagnerebbero 528 milioni di euro".

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